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Deloitte CFO Survey 1° semestre 2017

Per i direttori finanziari italiani la priorità sono le strategie espansive

Aumenta, sia in Italia che in Europa, il numero di CFO che si dichiara ottimista sulle prospettive economiche e finanziarie della propria società (ITA: +12 pp; EMEA: + 23pp). Rispetto all’edizione di fine 2016 - dove l’incertezza, soprattutto a livello politico, faceva prevalere tra i CFO un atteggiamento prudente - in questa nuova rilevazione si registra, tra i 1.580 direttori finanziari coinvolti, una rinnovata propensione al rischio e una maggiore predisposizione ad adottare strategie aggressive di crescita ed espansione.

Key Findings

  • Migliora il sentiment dei CFO italiani ed europei sulle prospettive economiche e finanziarie della propria società;
  • Diminuisce la percezione di incertezza, anche se lo scenario resta complesso;
  • Resta l’attesa per interventi governativi a sostegno dell’occupazione;
  • I CFO europei restano convinti sostenitori della necessità di un rafforzamento delle dell’integrazione a livello UE, ma tra i vari Paesi c’è divergenza sulle modalità di attuazione.

Ritrovato ottimismo

La ricerca evidenzia un ritrovato clima di fiducia tra i CFO di tutta l’area EMEA: ben il 25% degli intervistati si dichiara più ottimista sulle prospettive finanziarie della propria azienda rispetto a 6 mesi fa.

Le stime del Fondo Monetario Internazionale sulla crescita dell’Area Euro e dell’Area UE più in generale, nonché la ripresa dell’attività economica e dei consumi - commenta Riccardo Raffo, Partner di Deloitte - hanno sicuramente contribuito a migliorare il ‘sentiment’ dei direttori finanziari di tutta l’area EMEA. In Italia, il quadro maggiormente positivo riflette in parte anche un parziale superamento del clima di instabilità politica che aveva contraddistinto la precedente rilevazione, condotta poco prima dell’elezione referendaria e della caduta del Governo di fine 2016”.

L’incertezza rimane alta: l’impatto (ancora poco chiaro) della Brexit continua a pesare

Nonostante il clima di ritrovato ottimismo, il 55% dei CFO europei (il 24% in Italia) percepisce ancora uno scenario di elevata incertezza. Si evidenzia, tuttavia, un calo nella percentuale netta di CFO che definiscono altamente volatile il contesto esterno (EMEA: -8 pp; ITA: -19 pp).

Pesano, sul dato medio rilevato a livello europeo, gli impatti ancora poco definiti della Brexit (in UK l’85% dei CFO percepisce ancora alta l’incertezza), la stagnazione nelle esportazioni registrata in Germania (l’instabilità percepita è alta per l’84% dei CFO tedeschi) e le politiche ancora poco chiare del Governo a sostegno della domanda interna in Grecia, dove ad avere una visione incerta sono l’81% dei direttori finanziari intervistati. In Italia, eccessiva burocrazia ed incidenza del cuneo fiscale continuano a essere percepiti come freno allo sviluppo.

I CFO europei tornano ad attaccare il mercato

Nonostante questo clima ancora incerto, il 33% dei CFO intervistati è pronto ad assumersi rischi per la propria azienda. Il dato EMEA in questo senso migliora, allineandosi a quello rilevato in Italia (35%, stabile rispetto alla precedente edizione).

A conferma del rinnovato slancio trainato dai segnali di ripresa dell’economia europea, quando chiamati ad esprimersi sulle priorità strategiche delle proprie aziende per i prossimi 12 mesi, i CFO di 15 paesi su 19 indicano in maggioranza strategie aggressive o espansive. Al primo posto, in Italia, l’introduzione di nuovi prodotti/servizi. Seguono, la volontà di espansione tramite acquisizioni, l’espansione su nuovi mercati nonché la crescita organica e le nuove assunzioni.

 “Gli effetti della ripresa economica, seppur percepiti, non sembrano essere sufficientemente forti da consentire ai direttori finanziari di superare l’’empasse’ data da fenomeni che potrebbero avere importanti ripercussioni sul contesto in cui le aziende operano. Nonostante ciò – continua Riccardo Raffo - sono particolarmente significativi, in questo contesto di timida ripresa, i dati sulla propensione al rischio e le priorità strategiche delle aziende nei prossimi mesi, che sembrano testimoniare la volontà dei CFO di cogliere i segnali di ripresa del mercato.”

Minacce percepite

A livello nazionale preoccupa l’introduzione di nuovi oneri regolamentari e la contrazione della domanda interna. Rimane alta l’attesa verso misure per la riduzione delle imposte sul lavoro, del debito pubblico e del cuneo fiscale.

Anche a livello europeo, se da un lato i rischi geopolitici ed economici sono percepiti come meno pressanti, restano alte le preoccupazioni legate all’introduzione di nuovi oneri regolamentari e ai cambiamenti degli equilibri politici, citati come principali rischi per le aziende in 14 dei 19 Paesi intervistati.

La difficoltà di attrarre e valorizzare risorse qualificate, che nell’edizione dell’ultimo semestre del 2016 era risultata essere una preoccupazione soprattutto delle economie più forti a livello UE, si attesta infine in quest’ultima rilevazione come necessità primaria per i CFO di 10 Paesi su 19.

“Sembra evidente come il nuovo punto di equilibrio a livello economico abbia generato nei CFO ottimismo e rinnovata fiducia. Rimane però forte la richiesta di maggior sostegno da parte dei Governi e di maggior stabilità a livello di regolamentazione. La crescita organica e le nuove assunzioni diventano prioritari per le aziende europee e, allo stesso tempo, la ripresa dell’economia in tutta l’Area Euro contribuisce a far sì che la competizione sul mercato del lavoro aumenti, rendendo necessario per le aziende il sostegno da parte del mondo politico a favore dell’occupazione e della riduzione del costo del lavoro. ”

I CFO si dividono sul futuro dell’UE

Chiamati ad esprimersi sul futuro dell’UE, il 47% dei direttori finanziari a livello EMEA si esprime a favore della cosiddetta Europa “a più velocità”, mentre il 38% preferisce una maggior integrazione politica ed economica tra tutti gli Stati. In generale, propende per lo scioglimento dell’Unione solo il 4% degli intervistati.

Optano per una maggiore integrazione tra tutti gli Stati i CFO in Grecia (80%), Spagna (68%), e Portogallo (66%). Al contrario, la maggior parte dei CFO in Germania (69%), Belgio (65%), Svizzera, Olanda e Austria (tutte al 57%) auspica il rafforzamento della coesione solo tra alcuni stati e in differenti archi temporali.

Per quanto riguarda l’estensione del fenomeno Brexit ad altri stati membri, il 33% dei CFO intervistati a livello EMEA ritiene probabile che si verifichi nei prossimi 5 anni. Tra gli italiani solo il 23% ritiene, però, che sarà il nostro Paese a seguire l’esempio della Gran Bretagna.

“I risultati della survey mostrano una divergenza di opinioni circa la migliore strada da percorrere per il futuro dell’UE. D’altra parte la percentuale totale di coloro che considera opportuna una maggiore integrazione (85%) è rilevante e questo è un dato sicuramente interessante – conclude Raffo - se paragonato anche alla percentuale molto bassa di coloro che invece propendono per lo scioglimento dell’Unione (4%) o per il mantenimento dello status quo (5%). Queste evidenze testimoniano da un lato la fiducia nelle istituzioni Europee, dall’altro la richiesta di una nuova strategia di coesione che, integrata o meno, viene ritenuta necessaria dalla maggior parte dei direttori finanziari intervistati. Alla luce di ciò acquisisce valore anche il dato sulle future uscite dall’Unione che, seppur ritenute un’ipotesi non altamente probabile, non rappresentano un’ipotesi del tutto esclusa dai CFO”.

I dati evidenziano come la fiducia alle istituzioni è vincolata alla nuova strategia su cui però sono divisi (interessante). 

Nota metodologica:La ricerca Deloitte mette insieme i risultati delle survey condotte da 19 Sedi di Deloitte dell’area EMEA, in particolare: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Regno Unito. In questa edizione, condotta tre Marzo e Aprile 2017, l’indagine ha visto coinvolti oltre 1.500 direttori amministrativi e finanziari, di cui un centinaio italiani. La fotografia è rappresentativa di tutto il panorama economico nazionale in quanto la ricerca è stata estesa a tutti i settori merceologici, alle società interamente italiane detenute da uno o più soci, alle società controllate da gruppi esteri, alle società multinazionali, alle società quotate e alle imprese familiari. Pur non avendo ambizioni di una rappresentatività strettamente statistica, l’ampio riscontro ottenuto da questo progetto ha un’importante valenza concreta e contribuisce ad evidenziare il sentiment della figura dei CFO in azienda, oltre che a identificare i trend e le sfide che le aziende italiane si trovano ad affrontare in questi mesi. I risultati completi della ricerca, comprendente anche gli spaccati per ciascun Paese e i risultati delle edizioni precedenti del report, sono disponibili sul sito www.deloitteresearchemea.com  mesi.