Coronavirus - Automotive | Giorgio Barbieri È stato salvato
Uno dei settori più colpiti dal Coronavirus è quello automotive. Il comparto auto, infatti, è stato colpito dal Covid-19 fin dalla fase iniziale dell’epidemia – quando gli effetti sulla supply chain con origine in Cina hanno cominciato a trasmettersi a livello globale. Ma oltre al blocco della produzione, il settore è stato colpito anche sul fronte della domanda. Molti consumatori, infatti, di fronte all’incertezza dei mesi a venire, hanno rimandato o annullato l’acquisto di una nuova auto.
Solo in Italia, a marzo si è registrato un calo delle immatricolazioni dell’85% con una attesa di crollo del 98% circa nel mese di aprile. A livello globale, invece, sono i numeri della produzione a destare allarme: per il 2020 IHS prevede un crollo della produzione di veicoli leggeri pari a circa 11 milioni di unità. Dagli 88,9 milioni del 2019 si passerà ai 77,9 milioni per l’anno in corso.
Un altro effetto significativo riguarda il comparto elettrico. Negli ultimi anni molte case automobilistiche hanno deciso di investire sulla mobilità elettrica. Come riporta lo studio Deloitte - Global Automotive Consumer Study 2020, infatti, la sensibilità dei consumatori verso forme di mobilità ecologica è sempre più sviluppata: nell’ultimo anno, prima dello scoppio dell’epidemia Covid-19, l’interesse dei consumatori italiani per i veicoli ibridi/elettrici era salito al 71% dal 58% dell’anno precedente.
Prevedere cosa accadrà esattamente all’elettrico è, però, difficile: se nel breve periodo è ipotizzabile che il settore subisca un rallentamento, d’altra parte è impensabile che l’evoluzione verso la mobilità elettrica venga messa in discussione. I fattori che ne determineranno le sorti sono diversi e, per lo più, di natura esogena: persistenza dell’emergenza sanitaria, intensità della crisi economica, livello degli investimenti, normative ambientali e capacità di ripresa dei produttori di batterie elettriche.
Quel che è certo è che questa crisi costituisce uno stimolo eccezionale per tutti i player del settore, che dovranno rivedere le loro strategie per riuscire a rimanere sul mercato. Una stretta collaborazione fra produttori e dealer sarà necessaria e forte sarà la accelerazione e l’innovazione delle reti di vendita: sfruttando le nuove tecnologie, si potranno adottare modelli omni-channel e presidi dei touch-point chiave lungo tutto il customer journey.
Tra le altre dinamiche attese, vi è un consolidamento dei grandi network distributivi che, per ragioni di economie di scala e di capacità di abbattimento dei costi fissi, saranno in grado di consolidare la loro posizione. Con ogni probabilità, ci sarà una riduzione degli stock di veicoli presso le reti di vendita e si adotterà un approccio più flessibile, con un passaggio da un modello “push” (auto a km0 e in pronta consegna) ad un modello “pull” (più customizzato sui clienti e volto a stimolare la domanda di mercato).
Per guidare le imprese in queste novità, sarà fondamentale dotarsi di una leadership in grado di assumere il controllo del cambiamento e, allo stesso tempo, di assicurare la continuità aziendale. Ma non solo: in un’epoca di grandi cambiamenti, sarà fondamentale garantire la tutela e lo sviluppo professionale dei dipendenti. Sarà necessario rafforzare le relazioni con i clienti e acquisire nuove competenze digitali. Infine, non meno importante sarà ridefinire la gestione strategica della supply-chain alla luce della disruption nelle dinamiche di mercato.
Tutto ciò non solo allo scopo di rispondere all’emergenza in atto, ma anche per anticipare l’evoluzione dei nuovi modelli di business e contribuire attivamente all’innovazione e allo sviluppo futuro del mercato automobilistico, per il quale non si può prescindere da una più intensa collaborazione tra tutti gli stakeholder.
Partner della società di revisione Deloitte & Touche SpA. Giorgio ha maturato più di vent'anni di esperienza nel settore Automotive con i produttori tradizionali, fornitori e reti di vendita. E’ membro del Comitato Operativo e Responsabile Audit dell’Area Piemonte-Liguria della Deloitte & Touche S.p.A.. Giorgio ha una laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli studi di Torino ed è iscritto all’Albo dei Revisori Contabili