Posted: 07 May 2020 6 minuti Tempo di lettura

La Supply Chain globale verso una nuova dimensione

Il modello Deloitte di risposta alla crisi

La supply chain globale alle prese con la pandemia sta ridefinendo i suoi confini e un nuovo futuro. Allo stato attuale ci sono rischi sistemici derivanti dalla concentrazione dei produttori di componenti critici per tutta la filiera industriale: è innegabile la forte dipendenza delle supply-chain internazionali da determinate aree geografiche, principalmente Cina, Corea e Giappone e gli Stati Uniti. Secondo i dati dell’ISM (Institute for Supply Management), circa il 75% delle imprese ha accusato un impatto sulla propria supply-chain a causa delle restrizioni logistiche legate al diffondersi del Covid-19. In particolare, il 62% ha registrato ritardi e allungamenti delle tempistiche di consegna (che in media sono raddoppiate rispetto a fine 2019) dei componenti provenienti dai supplier cinesi. Nel mese di marzo, i produttori di componenti elettronici hanno stimato crescenti ritardi nei tempi di approvvigionamento: il 47% prevede un ritardo di cinque o più settimane. È chiaro come tutti questi trend saranno ulteriormente accentuati dall’impatto dell’emergenza sanitaria e dalle conseguenti restrizioni.

Prendendo in considerazione l’Italia, il 57% delle attività industriali del nostro Paese ha dovuto chiudere (48% della produzione); mentre il restante 43% ha continuato a lavorare a un ritmo molto ridotto a causa di una riduzione della domanda, delle difficoltà logistiche e del parziale blocco delle attività nei principali partner commerciali nei paesi in cui sono state introdotte misure di contrasto al Covid-19. Le uniche eccezioni sono state la filiera alimentare e farmaceutica che hanno continuato a lavorare a regime (Fonte: Centro Studi Confindustria).

Considerato l’attuale contesto globale e locale è necessario individuare le modalità più opportune per ottimizzare la supply chain e comprendere la capacità di reazione del proprio modello organizzativo. I trend globali che influenzeranno la supply chain sono tre:

Deglobalizzazione: i nuovi modelli dovranno considerare dei vincoli nella selezione dei fornitori e nella loro localizzazione geografica, prevedere adeguati meccanismi di dimensionamento delle scorte, assicurare una struttura logistica snella in grado di adattarsi a rapide variazioni nei volumi. Molte aziende dovranno valutare l’impiego temporaneo o definitivo di fonti di approvvigionamento alternative, che prevedono il ricorso a fornitori geograficamente più vicini, ed eventualmente a prodotti sostitutivi.

Digitalizzazione: La visione tradizionale del modello lineare della Supply Chain è stata progressivamente sostituita dal modello del Digital Supply Network per ottenere una maggiore interconnessione fra i diversi attori e migliorare la collaborazione, l’efficienza e la reattività. Soprattutto in un periodo complicato come quello attuale. Un driver che influenzerà la digitalizzazione dei processi è la progressiva migrazione da parte dei clienti dai canali di vendita tradizionali a quelli online. Tecnologie quali IoT, Cloud, 5G, AI, 3D Printing avranno un ruolo cruciale.

Risk management: La crisi impone alle aziende l’attuazione di sistemi di gestione del rischio. Le attività di Risk Management devono continuare ad essere prioritarie in azienda, per monitorare con adeguati strumenti le relazioni verso i propri clienti (rischio di credito) e i propri fornitori (rischio di fornitura) lungo tutta la Supply Chain.

In base a questi trend Deloitte ha definito un modello di risposta alla crisi che si articola in diverse fasi, declinate in azioni specifiche per ciascuna delle funzioni aziendali impattate. Sia nel breve che nel medio/lungo termine, la funzione acquisti dovrebbe mirare ad un percorso di riduzione dei costi e si rende ora necessario diversificare la logistica outbound, tramite la revisione di canali e rotte, oltre che rivedere gli algoritmi e le policy di gestione delle scorte. Per la pianificazione in questo contesto è importate effettuare delle simulazioni che considerino diversi scenari di business sia nel breve che nel medio/lungo termine, mentre per la produzione se nelle settimane passate le aziende hanno dovuto far fronte alla chiusura totale o parziale dei plant, bloccando la produzione o producendo «a vista», in fase di ripartenza si rende necessario rivedere il modello di funzionamento delle fabbriche, gestendo riaperture parziali e vincoli di distanziamento sociale. Nel lungo periodo sarà opportuno rivalutare le scelte di internalizzazione della produzione così come il proprio footprint industriale, cercando contemporaneamente di accelerare l’adozione di soluzioni più avanzate, come remote monitoring e process automation).

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Umberto Mazzucco

Umberto Mazzucco

Supply Chain & Network Operations Leader

Umberto è il Supply Chain & Network Operations Leader per Deloitte Italia e THS Leader per l’intera DCM. Nella sua carriera ha guidato progetti complessi di trasformazione organizzativa, di processo e di tecnologia per grandi e medi clienti del settore privato, gestendo tematiche di Supply Chain Transformation, Target Operating Model Definition, Cost Reduction, Procurement & Category Management, Large ERP Implementation&Adoption, ICT Governance.