Posted: 26 May 2022 4 minuti Tempo di lettura

Come il conflitto in Ucraina sta influendo sulla Difesa in Europa

Con lo storico annuncio del riarmo tedesco, in tutti i Paesi occidentali si è aperta una discussione sull’aumento della spesa militare che impatterà in maniera significativa su tutto il settore

La guerra in Ucraina ha riportato all’attenzione di tutti il tema della difesa e ha spinto i governi occidentali a interrogarsi sull’adeguatezza dei propri eserciti e delle proprie strategie di difesa nazionali. Non ultimo, l’annuncio del cancelliere tedesco Scholz, il quale ha dichiarato di voler investire 100 miliardi di euro subito e il 2% del Pil annuo della Germania nella Difesa nazionale, azione che renderebbe la Repubblica Federale Tedesca la terza potenza militare al mondo, in coda a USA e Cina. Anche il nostro presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha proposto di incrementare la spesa bellica. Così il budget destinato alla difesa in Italia potrebbe passere dagli attuali 25,96 miliardi ai 38 miliardi di euro.

Un aumento che dovrebbe essere impiegato non solo per il miglioramento del modello organizzativo delle forze armate italiane, ma anche per l’ammodernamento delle loro capacità operative. In particolare, tra le aree tecnologiche da potenziare con maggiore urgenza ci sono le tecnologie spaziali volte a garantire una difesa d’area multistrato in grado di anticipare le maggiori minacce (es. missili ipersonici a corto e medio raggio); l’ammodernamento delle dotazioni in carico all’esercito per operazioni sul campo e di natura logistica via terra, mare e aria; ma anche il potenziamento della cybersecurity che, in un contesto di crescenti tensioni geo-politiche, è diventata a tutti gli effetti un campo di battaglia virtuale.

Oltre al tema della spesa militare, un'altra questione sul tavolo è quella della possibilità di creare un esercito di difesa europeo. Sebbene i tentativi di questo tipo (si pensi, ad esempio, ai cosiddetti “EU Battlegroups”) abbiano riscosso finora un successo limitato, il ritorno della guerra nel Vecchio Continente ha creato le condizioni per rendere più seria che mai la discussione sulla opportunità di creare un esercito di difesa europea unico. Ad ostacolare un processo di integrazione militare, però, restano la divergenza degli interessi degli stati Ue, la necessità di proteggere il proprio know-how nazionale (es. brevetti, segreti industriali, etc) e la gestione delle relazioni con altri Paesi extra-UE e con la Nato. In ogni caso, se è vero che tutti i Paesi si stanno predisponendo al riarmo, meno certa è l’efficacia del riarmo senza un vero coordinamento europeo, dal momento che si otterrebbero ben pochi risultati muovendosi con politiche centrate su orizzonti puramente nazionali.

Una considerazione finale, ma non meno rilevante, riguarda la copertura finanziaria della spesa militare. Considerando il bilancio del nostro Paese, è probabile che si procederà a una ridistribuzione delle risorse destinate ad altri settori, spalmando i costi su un orizzonte di lungo periodo. Nel contesto attuale, infatti, con lo spettro di una possibile stagflazione, l’aumento del prelievo fiscale e l’emissione di ulteriore debito pubblico non sembrano vie percorribili per sostenere l’aumento di spesa bellica. Un punto interrogativo, invece, riguarda una possibile rimodulazione dei fondi Next Gen EU. Operazione non impossibile ma complessa, vista la necessità di ridiscutere internamente l’allocazione delle risorse del Pnrr e di ottenere il permesso dalla Commissione Europea, che ha posto delle chiare condizionalità nell’accordare le risorse finanziarie del Next Gen EU.

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Francesco Legrottaglie

Francesco Legrottaglie

Partner

Francesco joined Deloitte in 2002 and became Partner in 2013. He is involved in the Deloitte Global Innovation program and is a member of the Analytics Core team. He teaches audit at university and at CPA courses. Throughout his professional career Francesco led several multinational audit engagements and worked as an IFRS specialist, serving major clients with their IPOs experience and share/bond issue. He led projects of design and implementation of business processes and internal control procedures.