Vita in Deloitte

Anna Scarfone

Anna è un avvocato che si occupa di Corporate, ma oltre a seguire multinazionali e fondi, il suo cuore batte anche per il terzo settore.

Nell’emergenza Covid-19, per supportare le NGOs in partnership con Tech Soup, ha chiamato a raccolta i colleghi di in2law per lanciare un progetto pro bono leale e solidale, come lei stessa aspira ad essere nel suo lavoro.

Ciao Anna, ci puoi raccontare qualcosa di te e del tuo lavoro?

“Chi non sa ridere, non è una persona seria”. Credo che queste parole di Chopin mi rappresentino bene, prendo infatti spesso la vita con un pizzico di ironia e positività.

Sono cresciuta con la passione per la ginnastica artistica (che ho anche insegnato) e che mi ha aiutato a capire il valore del sacrificio e della tenacia. Dopo la laurea in Giurisprudenza ho iniziato la carriera legale occupandomi di non profit per poi dedicarmi al diritto societario. Ho maturato quindi un’esperienza, quasi ventennale, come avvocato assistendo aziende italiane ed estere in diverse fasi della loro vita (corporate governance, passaggio generazionale, M&A). Oggi sono anche impegnata nello sviluppare il modello in2law principalmente nel settore corporate.

Come sei venuta a conoscenza di in2law e cosa ti ha spinto ad aderire?

Con la nascita della mia terza figlia, ho sentito forte la sfida di trovare una modalità nuova di vivere appieno la dimensione lavorativa e quella famigliare, senza rinunciare a nulla e senza sentirmi sempre nel posto sbagliato: in ufficio dovendo essere a casa e a casa dovendo essere in ufficio.

Allo stesso tempo, la professionalità acquisita negli anni e la mia propensione all’immedesimazione mi spingevano a immaginare nuove forme di assistenza e vicinanza alle realtà dei clienti. In questa ricerca, in modo casuale (tramite mio marito che ne era cliente), ho incontrato in2law ed è stato… amore a prima vista! in2law, infatti, è una realtà innovativa, dinamica da sempre fondata sulla flessibilità sia per i clienti sia per le risorse, anche quando lo smart working era ancora uno sconosciuto. Ho trovato un posto dove poter contribuire a creare una reale work-life integration. In più, in in2law ho incontrato una serie di colleghe e colleghi con cui condividiamo queste scelte, un’ottima base per far nascere relazioni molto forti, basate sulla stima personale e professionale reciproca. Inutile dire che in ufficio vado (o meglio andavo prima del lock-down) non perché devo, ma per coltivare queste relazioni e quando è utile per il mio lavoro. L’in2house – più che un ufficio, un ritrovo - è anche un luogo dove nascono idee spontanee su cui lavorare e confrontarsi.

In cosa consiste il progetto pro bono che hai lanciato per l’emergenza COVID-19?

Negli gli ultimi mesi abbiamo assistito in tutto il Paese a fenomeni di solidarietà in svariate forme, da campagne di raccolte fondi, a servizi per il personale medico, a gesti semplici come il fare la spesa per i più anziani: espressioni del senso di responsabilità e vicinanza che abbiamo riscoperto in questa emergenza.

Ho pensato di convogliare le competenze dei molti in2lawyer che vogliono dare un contributo per aiutare le organizzazioni non profit, che in Italia hanno un ruolo fondamentale nel servizio alla persona e nel sociale e fortemente colpite dalla crisi, essendomi da sempre impegnata in questo settore come volontaria.

Mettiamo a disposizione, pro bono, tempo e know-how per rispondere a quesiti e dubbi legali degli enti del terzo settore, con un taglio operativo e multidisciplinare tipico del nostro approccio in in2law. È nato così il sito Legale Solidale in partnership con TechSoup che opera nel non profit, per dare un supporto legale concreto a questi soggetti a partire dalla crisi attuale, anche se siamo certi che il progetto potrà continuare anche dopo l’emergenza

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