Vita in Deloitte

Elisa Amore

Scopriamo insieme l’esperienza come Deloitte Coach di Elisa Amore, Senior Manager in Deloitte Risk Advisory, che ci racconta di cosa l’ha spinta ad aderire al programma di internal coaching e che cosa ha appreso da questa attività.

Ciao! Parlaci di te e del tuo ruolo in Deloitte

Ciao mi chiamo Elisa, sono Senior Manager in Deloitte Risk Advisory e ho sempre lavorato nel settore industriale occupandomi principalmente di servizi di Compliance, Internal Audit & Corporate Governance.
Ho conseguito una Laurea in Economia e Commercio, un Master in Business Administration, un Phd in Economia Aziendale e prima di entrare in Deloitte ho svolto una precedente esperienza in un’altra Big Four.
La mia passione più grande è sempre stata la danza in tutte le sue forme, da quella classica a quella contemporanea: per me ha sempre rappresentato l’arte che sa perfettamente coniugare corpo e anima. Nel tempo libero mi piace scattare foto (ho fatto diversi corsi di tecnica fotografica) e vedere mostre fotografiche; adoro leggere libri di personal development, ascoltare musica classica e fare yoga.

Come sei diventata coach?

Ho accettato di diventare coach perché è un’esperienza che permette alle persone di scoprire con consapevolezza la ricchezza di capacità che ognuno di noi possiede.
Essere coach significa aiutare gli altri attraverso l’ascolto e la condivisione di esperienze, ma anche diventare per loro un punto di riferimento, supportandoli nell’identificare le proprie competenze e potenzialità. Cosa c’è di più bello dell’essere testimoni del cambiamento e della crescita delle persone, e condividere con loro alla fine del percorso la soddisfazione di averli aiutati a raggiungere il proprio traguardo?
Un buon coach non deve suggerire e non deve consigliare, deve aiutare le persone a fare chiarezza sugli obiettivi da raggiungere e indirizzarle ad attingere dalle proprie risorse e potenzialità per superare sfide e imprevisti.
Penso che la missione più grande di un buon coach sia quella di rendere una persona consapevole del proprio “talento”, di ciò che lo rende unico, e fare in modo che attraverso quel talento sia in grado di raggiungere il proprio obiettivo.
Nel diventare coach sono stata supportata da attività di formazione interna e inoltre per mio interesse personale e passione ho seguito dei corsi a Londra di Anthony Robbins, life coach e formatore motivazionale nonché esperto di PNL (Programmazione Neuro linguistica).

Che valori porti a casa da questa esperienza?

Nel corso della mia carriera ho sempre cercato di essere un punto di riferimento per il mio team, di ascoltare i miei colleghi aiutandoli a trasformare un punto di debolezza in un punto di forza così da poter sempre portare avanti una comunicazione costruttiva.
Penso che sia importante cercare sempre di coltivare dei sogni e degli obiettivi, e che uno degli asset oggi fondamentali in azienda siano le risorse umane, e serve una mentalità da coach per poterle motivare e gestire al meglio.
Sono contenta di aver accettato di prendere parte a questa iniziativa e di aver affinato le mie capacità nell’offrire non delle valutazioni ma dei feedback giusti, chiari e pertinenti; di aver imparato ad ascoltare davvero e con consapevolezza, seguendo la conversazione e cercando di mantenerla focalizzata sugli obiettivi ponendo le giuste domande.

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