Vita in Deloitte

Fabio Perugino

Positive Challenger

Proseguiamo il nostro percorso con la sesta tappa: Positive Challenger, ovvero la capacità propria di chi si impegna per creare all’interno del team un clima di rispetto, fiducia, scambio e arricchimento reciproco, tenendo allo stesso tempo alto l’engagement. Per farlo ha disposizione molti strumenti, tra cui una indagine di clima alla quale il team può rispondere in ogni momento dell’anno. Abbiamo chiesto a Fabio, Enterprise Technology and Performance Manager nel Consulting di Deloitte, di parlarci di cosa vuol dire per lui questa caratteristica e di come vive il suo ruolo di Team Leader in Deloitte.

Ciao! Parlaci di te e del tuo ruolo in Deloitte.

Ciao sono Fabio Perugino e sono un Manager che all’interno di Enterprise Technology and Performance mi occupo di progetti di trasformazione digitale. Nell’ambito dell’Offering Oracle gestisco programmi di implementazione di sistemi Erp. Faccio questo mestiere da molti anni ormai e sono in Deloitte Consulting da 4 e sono certificato PMP®. Seguo i clienti da quando sono solo potenziali a quando lo diventano effettivamente, analizzo le loro esigenze e preparo le proposte di servizi che secondo me possono aiutarli nel migliore dei modi a soddisfare i loro bisogni. Assieme ai miei team gestisco progetti di Trasformazione Digitale dalla fase di raccolta dei requisiti alla fase di implementazione e messa in produzione delle nuove applicazioni. Ho un forte background finance e conosco bene il mondo manufatturiero e dei servizi. Sono appassionato e affascinato dalla complessità e Deloitte è l’ambiente migliore in cui mettersi alla prova.

Qual è l’impatto che vuoi avere come Team Leader in Deloitte?

In Deloitte ci occupiamo di progetti complessi e molto sfidanti ogni giorno. I nostri team sono composti da molte, direi la maggior parte, persone giovani. Cerco di farle crescere facendole imparare senza la paura di sbagliare. Cerco di fare in modo che ognuno si fidi di tutti gli altri, me per primo, non nascondendo nulla ed essendo trasparente nel bene e nel male. Comunico in modo chiaro le cose cha funzionano e quelle che non funzionano per guidare la crescita dell’intero gruppo. Ritengo sia mio compito confrontarmi con chi lavora con me condividendo obiettivi e risultati. Faccio in modo che chiunque abbia un problema da risolvere sappia di poter contare su di me per trovare la migliore soluzione.

Cosa vuol dire essere per te essere Positive Challenger?

Per me essere Positive Challenger significa fare tutto il possibile perché le persone siano felici e nello stesso tempo fortemente motivate. Cerco di fare in modo che nessuno abbia paura di commettere errori e si senta solo durante il percorso di crescita.
Non porto mai nel mio team emozioni negative quando sono stressato o non soddisfatto di come vanno le cose. Mi sforzo molto per rimuovere tutti quegli elementi che possono ostacolare la positività facendo lavorare le persone il più possibile sulle cose che le rendono maggiormente soddisfatte, felici e motivate.
Essere Positive Challenger significa anche dare il tempo alle persone, specie se giovani, di formarsi perché non sentirsi preparati aumenta il senso di insoddisfazione. È importante per me tenere informati tutti i membri dei miei team su cosa accade nell’organizzazione in cui lavoriamo perché aiuta a conquistare fiducia e costruire buone relazioni. Cerco di insegnare che il conflitto non è una cosa di cui aver paura se nasce dalla passione per il lavoro che si svolge. Tutti assieme gestiremo questi momenti e troveremo sempre il modo migliore per risolverli.
Un Positive Challenger lascia che le persone scelgano come portare a termine un’attività dando molta autonomia ricordando quotidianamente a tutti che il comportamento positivo di ognuno di noi favorisce la positività di tutto il team.

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