Vita in Deloitte

Marco Sotterra

Scopriamo la storia di Marco, Data & Privacy Senior Consultant in Deloitte Risk Advisory, che ci parla della sua esperienza professionale:

Ciao Marco, raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro

Mi sono laureato in Criminologia a Milano nel 2014 e dal 2018 sono attivo nel ruolo di Senior Consultant per Deloitte Risk Advisory, nella offering Data & Privacy. Credo con forza nelle realtà aziendali di eccellenza e la professione che svolgo mi consente di raccogliere nuove sfide ogni giorno e mettermi alla prova su vari fronti, per crescere e migliorare in tutti gli aspetti della mia persona e del mio lavoro. Trovo stimolante sviluppare relazioni interpersonali con colleghi e clienti e ricerco costantemente la spinta motivazionale nelle attività di problem solving tipiche del nostro ruolo.
Nel corso della mia esperienza sono entrato in contatto con diversi settori di mercato: Financial Services & Insurance, Energy, Telco, Real Estate, Engineering e altri ancora, confrontandomi con attività di studio e di analisi dei principali standard, oltre che best practice internazionali in ambito Cyber Security, al fine di guidare i clienti nel raggiungimento degli obiettivi di conformità, gestione sicura dei processi, realizzazione di policy e procedure di supporto e conseguimento delle certificazioni.
Nel tempo libero pratico Kung Fu negli stili Shaolin Chuan, Pa Chi Chuan e Tánglángquán (Mantide delle Sette Stelle), mi dedico alla scrittura e mi impegno a cucinare con entusiasmo pietanze di ogni genere.

Nella tua carriera in Deloitte qual è stato il progetto più sfidante e perché?

L’anno scorso mi hanno affidato l’incarico di supportare un cliente operante nel settore bancario, al fine di far fronte a una visita ispettiva non annunciata di Banca di Italia. L’obiettivo era eseguire un risk & compliance assessment sui sistemi coinvolti partendo da un’analisi di processo e, parallelamente, produrre un report che esplicitasse le justification di esenzione da alcuni requisiti-core dello standard Payment Services Directive 2 (PSD2). Il progetto era sfidante per diverse ragioni: innanzitutto doveva essere svolto in tempi assai ristretti, inoltre fungeva da case-study per l’organo di controllo siccome si trattava di una circostanza mai verificatasi prima, e infine le evidenze prodotte dovevano risultare sufficientemente robuste per evitare l’elevazione di sanzioni. È stato un progetto di successo non solo perché l’obiettivo è stato raggiunto con risultati positivi, ma soprattutto per l’apprezzamento manifestato dal cliente nei confronti di Deloitte e per le relazioni che abbiamo consolidato anche all’interno del team, vivendo un ambiente coinvolgente e piacevole nonostante la delicatezza e criticità del nostro intervento.

Che consiglio daresti a chi vuole affacciarsi a questa professione/settore?

In un universo eterogeneo come il nostro ci sono molti approcci possibili alla realtà professionale che viviamo, ma non tutti sono ugualmente validi o facili. Essere affamati di sfide potrebbe essere un buon punto di partenza: consiglierei a tal proposito di avere una buona propensione a lavorare sui propri limiti e, contemporaneamente, sul potenziamento delle proprie skill. Ciò implica la capacità di dare una risposta ai problemi sinergica, attraverso la forza delle idee, un’ampia dose di curiosità, il ricorso alla logica, alla liquidità intesa come adattamento rapido alle situazioni, ai contesti e alle persone, e il mettersi costantemente in discussione e in gioco con entusiasmo ed umiltà. Per sintetizzare in una frase il consiglio che voglio dare è, citando un motto ormai celebre, “stay hungry stay foolish”.

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