Vita in Deloitte

Matteo Monfasani

Essere Auditor

Ricordo ancora quel pomeriggio di novembre, sono passati ormai 7 anni.

Ero spaesato, un neo-laureato molto curioso di quello che c’era oltre ai muri dell’università della mia città, Piacenza. Questa curiosità mi rendeva però molto titubante e dubbioso riguardo a quello che poteva significare affacciarsi per davvero al mondo del lavoro.

Perché cito quel pomeriggio? Quel pomeriggio ho svolto il mio primo colloquio in Deloitte, e tutt’oggi penso di averlo superato in gran parte per essere stato l’unico ad aver fatto notare una cosa ovvia e semplice come la firma di un documento. Primo messaggio chiaro arrivato al mio cervello: “In Deloitte si riconosce e si premia il merito, grande o piccolo che sia”. Sempre.

Secondo messaggio chiaro arrivato al mio cervello: “La semplicità e la genuinità pagano sempre, anche in Deloitte”.

La semplicità alla base di un’azienda che è impegnata in tutto il mondo in attività di ogni tipo e per le quali è richiesta una forte competenza. Eh sì, perché spesso si tende a pensare che un auditor e tutto il suo mondo siano tutto tranne che semplici. Invece è sulla semplicità e sulla genuinità delle persone che compongono questa famiglia che si è costruito, e si continua a costruire, il successo e la gratificazione delle persone che ne fanno parte.

E l’impegno e la dedizione profusi non restano affatto a Deloitte, ma tornano ad ognuno di noi come dividendi di un’esperienza unica e difficilmente replicabile altrove. Si lavora in un ambiente giovane, vitale, dinamico, pronto alle sfide, circondati di persone che spesso diventano tuoi amici, tuoi confidenti, tuoi compagni di viaggio e di avventura.

Terzo messaggio al mio cervello: “Amicizia oltre alla professionalità”.

Mi sono trasferito a Milano proprio per Deloitte e lo ammetto: io a Milano non conoscevo proprio nessuno. Grazie a Deloitte che ho conosciuto persone speciali e che hanno dato tanto alla mia vita. Ho conosciuto amici con cui ho passato le mie giornate a lavoro e le mie serate, amici che ancora fanno parte della mia vita. Dopo 5 anni a Milano, sono tornato nella mia città natale e alle mie radici pur continuando a lavorare per una delle società più grandi del mondo e riuscendo a raggiungere i miei obiettivi personali oltre che professionali, appunto. Ho 32 anni, e mentre facevo l’auditor sono riuscito a conoscere la mia attuale compagna e sono anche diventato papà.

Essere auditor è saper creare il giusto mix tra i due ingredienti di base principali di questo mestiere: i numeri e le persone.

I numeri: saperli leggere, imparare ad interpretarli e imparare ad ascoltarli, conoscere tantissime realtà diverse tra loro e non fare l’errore di considerarle tutte uguali. Questo è il bello del nostro lavoro, perché ogni volta, ogni giorno, ti sorprendi di qualcosa. Io credo che sia proprio quando non ci si sorprende più che non si sia più in grado di riconoscere nulla di nuovo e affrontarlo.

Quarto messaggio al mio cervello: “Vedrai un sacco di cose nuove, vivrai sempre situazioni diverse tra loro e conoscerai un sacco di persone, non ti annoierai!”

Le persone. Essere Auditor significa relazionarsi fin dal primo giorno con tante persone diverse tra loro, con ruoli diversi, partecipare fin dall’inizio a meeting e riunioni con professionisti con cui mai penseresti di relazionarti così in breve tempo. Essere parte attiva di un network fatto di clienti importanti e conosciuti, con attività in tutto il paese e spesso in tutto il mondo.

Essere Auditor è girare le città con i tuoi colleghi/amici, passare le giornate e le serate insieme. È andare in trasferta ma sentirti a casa.

Essere Auditor è viaggiare sull’onda della motivazione, con persone fortemente motivate al tuo fianco; è trovare ogni giorno uno stimolo nuovo, non aver mai tempo di annoiarsi e sentirsi sempre parte di un progetto vincente, sentirsi importanti.

Quinto messaggio al mio cervello: “Sii motivato, e verrai costantemente motivato”. È proprio questo messaggio che mi fa essere qua dopo 7 anni dal mio “esordio” a raccontarvi la mia storia.

Ma non è tutto. Cosa vi suscita la parola “Futuro”? Ve lo chiedo perché essere auditor di Deloitte significa anche e soprattutto lavorare in un’azienda moderna e che proprio per questo punta all’innovazione, al cambiamento, al miglioramento e all’utilizzo delle tecnologie.

Vuol dire lavorare con i più moderni strumenti e imparare ad utilizzarli rendendo il proprio lavoro efficace puntando all’efficienza che gli strumenti tecnologici possono offrire.

Vuol dire fare attività in maniera analitica ma informatizzata, sviluppare analisi con strumenti che ti vengono forniti e sui quali vieni costantemente preparato.

Sesto messaggio al mio cervello: “Deloitte crea un legame tra le persone e la tecnologia al servizio del lavoro, e punta moltissimo su questo”.

L’auditor NON è rigido, NON è spento, come molte volte si tende a far credere parlando di questa professione. L’auditor ha bisogno di stimoli e di sentirsi sempre parte attiva di un progetto, e una società come la nostra sa toccare le corde giuste di ognuno di noi per far sì che questi stimoli vengano soddisfatti. Ci saranno alti e bassi, è normale, e di certo li ho avuti anche io. Ed è stato in quei momenti di apparente difficoltà in cui la voglia di continuare era ancora più forte, e ogni volta che arrivavo ad un piccolo traguardo dentro di me dicevo “ne è valsa la pena”.

Cerchiamo persone che vogliano vivere con noi questo percorso e mettersi alla prova per poter dire “ne è valsa la pena”. Persone che con entusiasmo e impegno possano rispondere alla domanda What impact will you make? come sto facendo io ora, rendendo concreto il nostro purpose con la consapevolezza di aver avuto, e di continuare ad avere, un impatto significativo che lasci un segno, su di noi e sugli altri.

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