Vita in Deloitte

Simone Chirchiglia

Lights will guide you

Sono Simone Chirchiglia, manager di Deloitte nella service line Audit & Assurance. Nella vita mi occupo di audit e di consulenza legata all’ambito contabile e finanziario.

Ho da poco compiuto 30 anni. 30 anni. Ed è normale tirare una doppia riga. Fare il punto. Insomma, è tempo di bilanci e di confronti actual vs budget, che per noi di Deloitte Audit & Assurance è la cosa più naturale del mondo. In questi momenti vedi tutto un po’ più chiaramente. Nitido. Pensi alla famiglia, al lavoro, agli amici e alle relazioni. Proprio in questi momenti vedi tutto in modo più critico, pensi al passato, alle scelte fatte e dove ti hanno portato oggi, e rivolgi lo sguardo al futuro. Un flusso di luce che più si allontana e più fatichi a mettere a fuoco. È sempre stato così. Ma quando guardi al passato e al presente vedi sempre in modo più nitido, sempre più a fuoco.

Dieci anni fa ero nella medesima situazione. A fare il punto: passato, presente e futuro. Un passato da studente al Conservatorio di Milano – tromba e composizione. Poi l’Università Bocconi, Management per Arte, Cultura e Comunicazione. L’ho fatto semplicemente perché sentivo che, in quel momento, era una cosa importante per me. Poi ho continuato studiando “tutt’altro” e ho fatto prima Management per poi prendere una macro in Corporate Finance.

E poi il futuro… il lavoro.

Ricordo ancora quella sensazione: il gusto della sfida e la voglia di creare il mio domani, ma allo stesso tempo anche la paura e il peso di quella scelta.

Da quel momento ho seguito tante strade, dall’insegnamento presso l’Università Bocconi - prima come Teaching Assistant, poi come Teaching Fellow – al diventare consulente in ambito di diritto fallimentare e valutazione d’impresa, e arrivare, infine, in Deloitte.

Oggi ripenso a quelle scelte fatte – scelte sull’ambito di studio, sul settore di lavoro, sul percorso di carriera –, e a come non mi abbiano precluso delle opportunità, ma mi abbiano comunque lasciato aperte tante porte, strade che hanno cambiato me stesso e la mia vita.

Ripenso a questi anni e diversi ricordi riaffiorano e rimbalzano nella mia testa.

E una delle cose che ricordo di più sono proprio le persone che ho incontrato nel mio percorso. Molti di questi oggi non sono più colleghi, ma hanno preso straordinari percorsi di carriera diversi, alcuni sono addirittura clienti, ma tutti questi sono ancora ottimi amici.

Dietro queste porte, dopo qualche anno che facevo questo lavoro, ricordo la mia prima riunione con il cliente e l’esperto indipendente che lo seguiva per l’impairment test. L’esperto indipendente era il Professore che per anni ho avuto sulla cattedra di fronte a me. Ricordo candidamente ancora quella sensazione. Una sorta di timore reverenziale, il suo cenno di sorriso misto compiacimento al vedermi entrare in quella meeting room e la soddisfazione che mi pervadeva all’uscita da quella stanza. Quel giorno non era solo una normale giornata di lavoro, quello non era solo uno dei meeting della giornata o uno degli innumerevoli incontri che negli anni avrei fatto. Quel giorno per me ha rappresentato il fatto che stessi facendo qualcosa di giusto. Era la misura concreta della mia crescita tecnica e la presa di consapevolezza che stessi crescendo dal punto di vista professionale.

Guardo indietro in questi anni, rivedo il tempo passato fuori casa e i tanti aerei. Tre fusi orari in tre settimane, partendo dagli Stati Uniti, passando dal Lussemburgo per arrivare in Thailandia. Ma soprattutto rivedo l’opportunità di confrontarsi con persone di culture diverse e la possibilità di visitare e vivere luoghi stupendi.

Tirando le somme, oggi mi alzo ogni mattina e, guardando a tutto ciò che mi circonda, posso dire “Mi piace!”. Guardo quella luce verso il futuro e la vedo molto più nitida che in passato. Una luce verde… un “green dot”.

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