Ruote che lavorano È stato salvato
Comunicati stampa
Ruote che lavorano
Struttura, tendenze e impatto della filiera dei veicoli industriali e professionali
Presentato lo studio “Ruote che lavorano”, realizzato da Deloitte in collaborazione con Giuseppe Russo - economista e fondatore della società STEP ricerche, ed Elisa Cerruti - esperta in ricerca applicata e in analisi di mercato.
27/11/2017 - Il report traccia, per la prima volta in Italia, il perimetro e l’analisi della filiera autoveicolare che progetta e costruisce mezzi destinati al trasporto professionale, all’agricoltura, alle costruzioni, al commercio ed in generale a tutto ciò che lavora su gomma.
“Nonostante la rilevanza a livello globale data a questa industria e nonostante il suo peso a livello economico – perché si deve pensare che questo comparto potrebbe catturare una quota di almeno 20 miliardi del mercato stimato per il futuro degli scambi mondiali automotive al 2030 - le informazioni sulle imprese italiane non abbondano. Il nostro studio si propone di analizzare la filiera nazionale delle “ruote che lavorano”, i cosiddetti PIV - Professional and Industrial Vehicles - e le sfide che tale settore è chiamato a fronteggiare, offrendone un quadro maggiormente definito”, dichiara Giorgio Barbieri, Partner Deloitte e responsabile del settore automotive per l’Italia.
Di seguito le principali evidenze emerse:
L’importanza dei PIV
I PIV producono in Italia 31,2 miliardi di ricavi e hanno di fronte una crescita potenziale di 20,7 miliardi di euro nel 2030. L’interesse per la filiera dei PIV nasce dal mercato che questi rappresentano globalmente e dal fatto che in Italia questa filiera rappresenta il 40% dell’intero settore automotive nel suo complesso e che esporta i due terzi del prodotto. La filiera mondiale crescerà ad un CAGR del +2.5%. Lo studio Deloitte valuta la ricaduta nazionale di tale crescita in 20,7 miliardi di euro di ricavi aggiuntivi nel 2030. Il report valuta il fatturato delle imprese appartenenti alla filiera italiana in 31,2 miliardi di euro. Negli ultimi 5 anni i ricavi sono cresciuti in media del 3.3%.
I principali dati sulla filiera italiana
- La filiera dei PIV (883 aziende) è concentrata nell'Italia settentrionale. Le tre principali regioni - Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte - detengono il 53% delle imprese.
- Il 55.6% delle imprese intervistate ha dichiarato di essere un'impresa indipendente; il 14.1% è invece un'impresa a capo di un gruppo e le residue sono controllate da gruppi italiani (17.8 per cento), europei (13.3 per cento) o mondiali (8.9 per cento).
- Le imprese PIV realizzano il 60.9% dei loro ricavi all'interno della filiera, mentre il 39.1 per cento è fatturato diversificato. Il settore di principale diversificazione è il segmento affine delle autovetture (che vale il 24 per cento dei ricavi totali dei PIV). Il 15% dei ricavi è prodotto per i ricambi.
- Quasi 4 euro ogni 5 di fatturato PIV è stato realizzato da imprese nate (o ristrutturate) in Italia dopo il 1971.
- 2 euro ogni 3 prodotti prendono la via dei mercati esteri (66.5 per cento).
- 1 euro ogni 5 prodotti va verso mercati extra-europei (20.6 per cento).
- La filiera PIV è concentrata. Il primo 20% delle imprese per ricavi (ordinati a partire dal maggior valore) consegue l'80% del fatturato complessivo dell'industria. La concentrazione aumenta se si considerano le variabili reddituali come l'EBIT. Il primo 10% delle aziende per ammontare dell'EBIT consegue l'80% del risultato operativo cumulato dell'intera filiera.
All’interno della filiera non mancano eccellenze del made in Italy, come IVECO, brand di veicoli commerciali di CNH Industrial N.V. Un marchio e un gruppo che hanno fatto della ricerca, dell’innovazione e della sostenibilità non solo una filosofia aziendale, ma un punto di forza per competere in un sistema globale costantemente teso ad individuare soluzioni sostenibili, capaci di rispondere a bisogni sempre più complessi.
Pierre Lahutte, IVECO Brand President, ha dichiarato: “Stiamo vivendo un momento decisivo caratterizzato dalla transizione energetica del settore dei trasporti. Comuni, operatori logistici e i loro clienti esigono una migliore qualità dell’aria e minori emissioni di CO2. IVECO è pronta, come evidenziato dal titolo Van of the Year 2018 appena vinto dal Daily Blue Power, dedicato alle trazioni alternative a basso impatto ambientale. Salvo alcune nicchie dove l’elettrico potrà avere un senso nei prossimi anni, il gas naturale rappresenta la vera soluzione concreta ed immediata, economicamente competitiva, che apre le porte al biometano, totalmente rinnovabile, ed all’economia circolare; IVECO offre una gamma completa di veicoli commerciali e autobus alimentati a gas naturale. La sostenibilità è un valore condiviso non solo da IVECO, ma da tutti i brand di CNH Industrial, società all’avanguardia nello sviluppo tecnologico di soluzioni sempre più ecologiche. Per il settimo anno consecutivo, infatti, CNH Industrial è Industry Leader negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe.”
I principali contenuti della pubblicazione e le prospettive sul settore sono stati presentati in esclusiva nel corso di un evento tenutosi presso l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo a Torino e che ha visto la partecipazione di Giorgio Barbieri, Senior Partner di Deloitte e responsabile del settore automotive – oltre a Giuseppe Russo ed Elisa Cerruti, autori del report, Massimiano Tellini - Head of Circular Economy Project - Innovation Center di Intesa Sanpaolo e Pierre Lahutte, Presidente IVECO.
Lo studio è stato condotto su 883 imprese classificate come appartenenti alla filiera PIV; oltre che grazie a un’indagine sul campo - realizzata attraverso un questionario online sugli aspetti strutturali e strategici delle imprese, nonché sulla propensione a investire e a innovare - alla quale hanno aderito 135 imprese, pari al 16,2% del fatturato consolidato della filiera.