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Finanza Islamica

La finanza islamica è l’insieme di istituti giuridici, strumenti finanziari, imprese, conformi ai dettami e alle tradizioni della Shari'ah, la legge sacra islamica

  • divieto di pagamento di interessi (RIBA), legati al fattore temporale, frutto di una semplice rendita finanziaria non correlata ad un’attività reale con un determinato livello di rischio;
  • divieto di stipulare contratti che prevedano irragionevole incertezza o ambiguità (GHARAR);
  • divieto di speculazione (MAISIR);
  • attività economiche proibite dal Corano (HARAM): distribuzione/produzione di alcol, tabacco, armi, carne suina, pornografia, gioco d’azzardo

La Shari'ah è fondata sul rispetto dei seguenti principi giuridico-religiosi

Nonostante la crisi che ha investito i mercati finanziari con pesanti risvolti sull’economia reale, la finanza islamica, nel corso degli ultimi dieci anni, ha registrato un tasso medio di crescita globale degli asset Shari'ah compliant pari al 10-15% annuo negli ultimi dieci anni (circa il doppio del tasso di crescita delle attività convenzionali) mentre i ricavi delle Banche islamiche sono cresciuti negli ultimi cinque anni di circa il 44% annuo. Ciò è avvenuto nonostante il mercato finanziario islamico rappresenti soltanto l’1% circa delle attività finanziarie mondiali.

La finanza islamica, grazie al suo costante collegamento con l’economia reale, offre una valida alternativa in termini di stabilità all’eccessiva ingegnerizzazione finanziaria odierna ed allo scollamento creatosi tra attività finanziaria e reale. Qualsiasi transazione finanziaria Shari’ah compliant, infatti, deve scaturire e/o avere come sottostante un bene di natura reale. Inoltre I principi giuridico-religiosi della Shari’ah obbligano alla segregazione tra gli asset islamici e gli asset convenzionali.

Ogni prodotto islamico deve essere certificato dallo Shari’ah Board, organo di controllo indipendente, composto da esperti in legge islamica (Shari’ah Scholar), che ha il compito di fornire interpretazioni vincolanti per il management (fatwa) sul rispetto dei principi della Shari’ah e di redimere eventuali controversie.

Gli schemi contrattuali sui quali sono basati gli strumenti di finanza islamica possono essere divisi in due grandi categorie a seconda del grado di partecipazione al rischio:

  • Profit-Loss Sharing: è lo schema principale ed è legato alla condivisione del rischio derivante dalla transazione tra il finanziatore ed il finanziato;
  • Non Profit-Loss Sharing: in questa categoria rientrano tutte quelle tecniche di finanziamento che non si basano su un contratto di condivisione degli utili e delle perdite dell’operazione finanziata. Nella maggior parte dei casi le tecniche di non-PLS si avvalgono di meccanismi di scambio di beni e servizi con l’applicazione di un mark-up sul prezzo di rivendita.

La crescente integrazione della popolazione musulmana nel tessuto economico-finanziario europeo, la possibilità di incrementare gli scambi commerciali e le attività industriali con i Paesi dell’Area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) ed in particolare con i Paesi del GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo) e la possibilità di ricorrere a fonti alternative di finanziamento, rappresentano alcune delle opportunità che possono essere perseguite a seguito dell’introduzione della finanza islamica in Italia

CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana e Deloitte Consulting S.p.A. collaborano per integrare competenze ed expertise in materia finanziaria di Deloitte (nazionali ed internazionali) con quelle dello Shari’ah Board di CO.RE.IS. ed offrire così servizi di consulenza compatibili con i principi giuridico-religiosi dell’Islam in tema di finanza.

L’Accordo CO.RE.IS Italiana

Relativamente alla finanza islamica, grazie all’expertise del proprio network globale, è in grado di offrire servizi multidisciplinari sia per le Istituzioni Finanziarie Islamiche (IFI) che per quelle convenzionali che offrono prodotti islamici (c.d. “Islamic window”).

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