European Economic Policy Forum II È stato salvato
Comunicati stampa
European Economic Policy Forum II
In Italia 3 direttori finanziari su 5 preoccupati per lo scenario macroeconomico
Presentati al Parlamento Europeo i risultati dell’edizione autunnale della Deloitte CFO Survey
Key findings
- Il clima di estremo entusiasmo dei direttori finanziari italiani subisce una battuta d’arresto nel 2018 e cala ai minimi storici: -4%
- L'incertezza dei CFO Italiani verso il futuro raggiunge il 63%, il livello più alto dall'inizio delle rilevazioni nel 2015
- Modifiche normative (44%), instabilità politica interna (42%), recessione economica globale (25%) e contrazione della domanda interna (25%) tornano a preoccupare i CFO italiani;
- Il 29% dei CFO delle aziende italiane intende continuare ad investire durante i prossimi 12 mesi
- La digitalizzazione diventa la seconda strategia più importante per il prossimo anno per il 34% dei CFO italiani
Bruxelles, 17 ottobre 2018 – Si è svolta oggi alle 12 nella prestigiosa sede del Parlamento Europeo la nuova edizione dello European Economic Policy Forum, iniziativa nata da un progetto dell’Italian Public Policy Program di Deloitte in partnership con Confindustria e il Gruppo di Iniziativa Italiana di Bruxelles che si si arricchisce quest’anno con la collaborazione di Deloitte Germany e BDI, la Confindustria tedesca.
Durante l’incontro sono stati portati all’attenzione della comunità istituzionale, economica e di public affair brussellese i principali trend emersi dalle recenti edizioni della CFO Survey e sono stati presentati in anteprima i risultati dell’ultima edizione autunnale 2018.
Ciò che emerge dall’indagine è un quadro notevolmente mutato rispetto a soli sei mesi fa. Il clima di estremo entusiasmo dei CFO EMEA che ha caratterizzato il 2017 subisce una battuta d’arresto all’inizio del 2018, a seguito principalmente dell’introduzione di politiche protezioniste e dell’instabilità politica che coinvolge tutta l’Europa.
Aumenta l’incertezza e crolla l’ottimismo
Le prospettive dei CFO Italiani in particolar modo, dopo un inizio anno positivo, risentono notevolmente dei cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi nel contesto politico-economico sia locale che estero. Nella seconda metà del 2018 si registra un ottimismo al minimo storico: -4% (-29 pp rispetto alla prima metà dell’anno).
La situazione è talmente tesa che anche l'incertezza relativa al futuro delle nostre aziende raggiunge un picco del 63%, il livello più alto dall'inizio delle rilevazioni nel 2015.
Minacce percepite
In Italia, continuano a preoccupare i CFO alcuni rischi che nelle scorse rilevazioni erano passati in secondo piano: il timore per l’introduzione di nuovi oneri regolamentari, che interessa il 44% dei direttori finanziari; il timore per una situazione di instabilità politica (vissuto dal 42% del campione), conseguente a molteplici fattori tra cui il crescente protezionismo e il risultato delle elezioni politiche tenutesi a inizio 2018, le preoccupazioni legate a una possibile contrazione della domanda (comuni al 25% degli intervistati); la paura di una recessione economica globale e la contrazione della domanda interna, che riguardano il 25% degli intervistati.
I rischi sono molti ma non manca il coraggio di investire
Un cenno positivo è rappresentato dalle intenzioni di investimento: sebbene le intenzioni dei CFO nei confronti del CAPEX siano diminuite dalla scorsa primavera (-12pp), il 29% dei CFO italiani continua a prevedere di aumentare gli investimenti nei prossimi 12 mesi.
In particolare, l'intenzione di investire nella digitalizzazione delle proprie aziende è alta: si tratta infatti della seconda strategia più adottata dai CFO italiani per il prossimo anno, seconda solo alla riduzione dei costi.
“Mentre la zona euro gode di una sana crescita economica, bassa inflazione, calo della disoccupazione e bassi costi di indebitamento, alcuni analisti ritengono che il maggior rischio per l'Eurozona sia il nuovo governo italiano e la sua nuova politica economica. Molti investitori temono che, se l'Italia intende procedere con il nuovo programma economico, questo potrebbe provocare un conflitto con l’Unione Europea e ciò aumenterebbe l’incertezza, già alta, diffusa nel nostro Paese. Nel frattempo, la comunità imprenditoriale italiana è chiaramente preoccupata, come dimostra il forte calo della fiducia delle imprese. Nonostante questo, non calano gli investimenti dei CFO per adeguare le aziende alle nuove sfide del futuro. Industria 4.0 e digitalizzazione richiedono una serie di azioni di ammodernamento che non sono più ritardabili per non essere tagliati fuori dallo scenario competitivo dei prossimi anni”, commenta Riccardo Raffo, Partner di Deloitte responsabile della survey.
“Nel complesso, la crescita attuale nella zona euro è principalmente guidata da una buona prestazione del mercato del lavoro, che a sua volta si traduce in una crescita dei consumi. Nonostante questi dati positivi, non è difficile intravedere alcuni rischi che rappresentano potenziali minacce alla ripresa economica europea. Conflitti commerciali globali, scissioni politiche all'interno dell'Unione Europea e l’incertezza che aleggia sui negoziati per la Brexit hanno il potenziale per aumentare l'incertezza della regione e per far deragliare la ripresa a medio termine. Tuttavia, finché le tendenze del mercato del lavoro e del consumo restano positive, la ripresa dell'eurozona sembra abbastanza resistente.” commenta Rik Vanpeteghem, Regional Managing Director EMEA, Deloitte
“Si può dire che quest’anno la ripresa economica rimane intatta, anche se non significativa come ci si aspettava. Le dinamiche di crescita dell’economia dell’eurozona sono più deboli rispetto allo scorso anno quando l'euro zona è cresciuta ad un ritmo record del 2,5 per cento. Questo risultato è principalmente imputabile ad una flessione della produzione industriale e delle esportazioni. Entrambe infatti hanno vissuto uno sviluppo molto forte nel 2017, ma sono state significativamente più deboli quest'anno, soprattutto per via di un calo nelle esportazioni. Bisogna prestare dunque molta attenzione ai rischi posti dalla politica estera e dai conflitti commerciali in atto, i cui effetti impattano negativamente soprattutto sul settore manifatturiero, il più esposto alle esportazioni, e in ultima analisi, sulla crescita.” conclude Gianmario Crescentino, Global Audit & Assurance Risk & Regulatory Leader di Deloitte.
Herman Van Rompuy, politico ed ex Presidente del Consiglio Europeo, ha tenuto uno speech durante la cena ospitata dall'ambasciatrice italiana presso la sua residenza la sera precedente all’evento e ha affermato: "La guerra commerciale in corso con gli Stati Uniti è una minaccia minore per l'Eurozona rispetto ad altri Paesi. L'UE sta negoziando un accordo, mentre gli Stati Uniti sembrano concentrare i propri sforzi sulla Cina e non è possibile combattere su diversi fronti. Le aziende stanno impostando le proprie decisioni di investimento sulla base di questa prospettiva negativa, e questo comportamento sta pesando sulle nostre economie molto più del puro impatto delle tariffe. Ma dobbiamo preservare il senso delle proporzioni: il FMI è stato particolarmente critico nei confronti degli Stati Uniti e ha affermato che se gli Stati Uniti proseguiranno su questo terreno minato la crescita a lungo termine diminuirà di un punto percentuale all'anno negli Stati Uniti e di mezzo punto a livello globale. Questo è un effetto materiale che sembra meno allarmante nel contesto di un'economia globale che dovrebbe crescere di oltre il 10% entro il 2020. L’FMI afferma che l'Eurozona sarà una delle regioni meno colpite e nel peggiore dei casi perderà non più dello 0,4, mentre gli Stati Uniti, la Cina e le economie emergenti saranno meno fortunate. Il messaggio è che, anche dopo le nuove misure, il protezionismo rischia di intaccare, ma non di far deragliare la crescita economica mondiale".
Speakers
Lo European Economic Policy Forum ha visto la partecipazione, in qualità di speaker, di:
S.E. Elena Basile – Ambasciatrice d’Italia presso il Regno del Belgio
Roberto Zangrandi - Presidente del Gruppo di Iniziativa Italiana
Roberto Viola - Director-General of DG CONNECT
Gianmario Crescentino - Deloitte Global Audit & Assurance Risk & Regulatory Leader
I risultati della survey sono stati presentati da:
Riccardo Raffo - CFO Program Leader, Deloitte Italy
Alexander Boersch - Chief Economist & Head of Research, Deloitte Germany
Michela Coppola - European CFO Survey Lead, Deloitte Germany
Nell’ambito del panel discussion sono intervenuti:
On. Massimiliano Salini – Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) del Parlamento Europeo
On. Andreas Schwab - Commissione per il Mercato Interno e la protezione dei Consumatori (IMCO) del Parlamento Europeo
Heiko Willems - Capo della delegazione tedesca della BDI presso l’Unione Europea
Marcella Panucci - Direttore Generale di Confindustria
Paolo Bertoli - Former President of ANDAF and current President of ANDAF’s Advisory Council
La discussione è stata moderata da Paolo Saraca Volpini dell’Ufficio Stampa del Presidente del Parlamento Europeo.
Metodologia
La ricerca unisce i risultati delle survey condotte dalle member firm Deloitte dell’area EMEA.
La fotografia è rappresentativa di tutto il panorama economico nazionale in quanto la ricerca è stata estesa a tutti i settori merceologici, alle società interamente italiane detenute da uno o più soci, alle società controllate da gruppi esteri, alle società multinazionali, alle società quotate e alle imprese familiari. Pur non avendo ambizioni di una rappresentatività strettamente statistica, l’ampio riscontro ottenuto da questo progetto ha un’importante valenza concreta e contribuisce ad evidenziare il sentiment della figura dei CFO in azienda, oltre che a identificare i trend e le sfide che le aziende italiane si trovano ad affrontare in questi mesi. I risultati completi della ricerca, comprendente anche gli spaccati per ciascun Paese e i risultati delle edizioni precedenti del report, sono disponibili sul sito Deloitte - CFO Program. L’edizione della CFO Survey Autunno 2018 sarà disponibile a partire dal 13 novembre 2018.