Analisi

Global Powers of Luxury Goods 2023

Game changing steps in luxury

Nella decima edizione della ricerca annuale Deloitte sui grandi player del settore F&L, restano 23 le aziende nazionali in Top 100: l’Italia si conferma primo Paese del lusso a livello mondiale.

Secondo lo studio Global Powers of Luxury Goods 2023 di Deloitte, il fatturato generato nel FY2022 dalle vendite dei beni di lusso dei primi 100 gruppi al mondo è pari a 347 miliardi di dollari, 42 miliardi in più dell’anno precedente con una crescita del 20% e un profit margin del +13,4%.

Anche quest’anno i due colossi francesi LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE e Kering SA si confermano alle prime due posizioni per volumi di vendite consolidate, mentre al terzo posto Richemont (Compagnie Financière Richemont) supera The Estée Lauder Companies Inc.

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Il lusso Made in Italy continua a crescere

Il Made in Italy è ancora fortemente rappresentato in classifica, con 23 aziende tra le top 100 ad un tasso di crescita medio del 19.4%. Si registrano margini di profitto a due cifre da parte di Prada, Moncler, Max Mara, Euroitalia, Liu jo, De Rigo e Morellato.

Prada (18°), Moncler (27°) e Giorgio Armani (30°) sono i tre principali player italiani in classifica: rappresentano il 35% delle vendite di beni di lusso realizzate nel FY22 dalle aziende italiane presenti nel ranking. Golden Goose si conferma anche quest’anno l’azienda italiana con crescita maggiore nel periodo FY2019-FY2022.
 

La forza dei grandi Gruppi del lusso

La Francia, con 4 aziende in top 10, continua ad essere il paese con le performance più solide, registrando il 32,3% delle vendite totali della Top 100 e il secondo net profit margin più alto. Inoltre, nello studio viene sottolineato come i conglomerati francesi abbiano una dimensione media di 16 miliardi di dollari, oltre quattro volte la media della top 100.
 

Le tendenze 2023 del mercato luxury: GenAI, store digitali, sostenibilità interconnessa

La crescita del settore è favorita anche dall’influenza trasformatrice della GenAI, che potrebbe portare i professionisti del settore del lusso ad ottenere una serie di benefici. La tecnologia può contribuire alla progressione dell’industria della moda verso l’economia circolare, attraverso l’adozione dei criteri ESG e portando al miglioramento del rapporto tra le aziende e i loro clienti. Infine, la diffusione degli strumenti digitali sta contribuendo progressivamente a plasmare i "negozi del futuro", che pur conservando nella loro fisicità un importante valore esperienziale, dovranno essere non solo digitali, ma anche sostenibili per poter risultare attrattivi.
 

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