Posted: 18 Jun. 2021 5 minuti Tempo di lettura

Su sostenibilità, lavoro e impatto sociale i Millennial e GenZ fanno sul serio

Le imprese ora devono adeguarsi

Ambiente, lavoro, impatto sulla società: sono queste le principali preoccupazioni di Millennial e GenZ in Italia. Dalla nuova edizione della nostra Millennial Survey emergono evidenze particolarmente interessanti, con risultati segnati sia dall’evento eccezionale della pandemia sia dal campione allargato, con i giovanissimi della GenZ (ovvero i ragazzi e le ragazze nati tra il 1995 e il 2003) per la prima volta oggetto di indagine. È proprio rispetto a loro che si registra il più significativo gap culturale con le generazioni che oggi sono alla guida delle aziende e delle istituzioni. Una distanza che si rivela una preziosa cartina tornasole per sintonizzarsi sulle esigenze, sui timori e sulle speranze dei ragazzi, che sono il nostro presente ma soprattutto il nostro futuro.

Dopo il grande choc pandemico, i giovani sono sempre più attenti all’ambiente e alla questione del cambiamento climatico, un trend che si afferma a livello globale soprattutto tra i giovanissimi della GenZ. Il 31% dei GenZ in Italia, e il 40% circa a livello globale, crede che dopo la pandemia crescerà l’impegno personale sulle questioni ambientali. Ma il 60% degli intervistati a livello globale teme che l'impegno da parte delle aziende sarà messo in secondo piano dalle sfide economiche generate dalla pandemia. Interessante notare, a tal proposito, lo scarto generazionale tra GenZ e Millennial: i Millennial, infatti, pur manifestando preoccupazione per la questione ambientale, ritengono la questione lavorativa come critica.

In Italia la disoccupazione giovanile è da anni un problema molto serio. Una percezione comune che viene confermata anche dalla nostra ricerca: il 39% dei Millennial italiani teme la disoccupazione, mentre il dato medio globale si ferma al 27%. Anche per la GenZ, che comincia ad affacciarsi al mercato del lavoro, la disoccupazione è un tema rilevante: costituisce una preoccupazione per il 35% degli italiani contro una media del 25% rilevata sul campione globale. È molto probabile che questo timore sia correlato al generale pessimismo sulle prospettive economiche e sociali del Paese: per la prima volta, infatti, più del 50% dei Millennial e della GenZ italiani pensa che la situazione economica nazionale peggiorerà nel corso dell'anno.

Anche la valutazione dell’impatto delle imprese sulla società è negativo. Tuttavia, rispetto allo scorso anno, diminuisce la percentuale di Millennial e GenZ italiani che hanno l’impressione che le aziende non abbiano altre ambizioni oltre al profitto. Questo tema è di particolare interesse per le realtà come la nostra, sempre a caccia di talenti. Rispetto a qualche decennio fa, infatti, i giovani sono molto più consapevoli sui temi di responsabilità sociale e per guadagnare la loro job loyalty le imprese devono allinearsi al grande cambio culturale in atto. Un dato significativo a questo proposito è quello secondo cui in Italia il 38% dei Millennial e il 45% della GenZ ha già fatto scelte lavorative sulla base dei propri valori e ideali, abbandonando o evitando realtà lavorative non in linea con la propria etica.

Concludo con i risultati sul senso di responsabilità dei giovani, che si è manifestato anche durante la pandemia: gli italiani, infatti, sono stati più disciplinati della media nel rispettare le linee guida di salute pubblica dettate dal Governo (80% dei Millennial italiani vs 74% media globale e 79% GenZ italiani vs 69% media globale).

In generale, ciò che emerge dall’indagine, è la fotografia di due generazioni ben lontane dalla retorica dei giovani fannulloni e disimpegnati. Ed è questa consapevolezza che ci deve spingere a investire sempre di più sul loro futuro, come ripete spesso anche il presidente del Consiglio Mario Draghi ricordando che il NextGenEu – ovvero la più grande partita economica, sociale e politica del nostro tempo –  non riguarda noi, ma i nostri ragazzi.

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Fabio Pompei

Fabio Pompei

CEO Deloitte Italy e Central Mediterranean

Chief Executive Officer di Deloitte Italy e Central Mediterranean da giugno 2019, membro del Comitato Esecutivo di Deloitte North South Europe e dal 2023 del Comitato Esecutivo di Deloitte Global. In precedenza, è stato membro del Deloitte Global Board, Amministratore Delegato di Deloitte & Touche S.p.A.; ha inoltre ricoperto la carica di Talent Leader di Deloitte Italia dal 2011 al 2015 ed è partner dal 2000. È membro del Board di American Chamber of Commerce e di ISPI. Negli anni ha maturato esperienze significative nel coordinamento di attività di revisione in alcuni tra i principali gruppi industriali nazionali ed internazionali, operanti in diversi settori di business. Ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma.