Posted: 14 Mar. 2022 4 minuti Tempo di lettura

Cambiamento climatico, gli investitori chiedono più trasparenza

Deloitte analizza la risposta delle società alle sollecitazioni dell’IIGCC

Il 55% dei gruppi analizzati ha affrontato il cambiamento climatico nelle relazioni finanziarie 2020: un chiaro segnale di reazione alla sollecitazione dell’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC). Ma rimane ancora molto da fare nel percorso evolutivo dell’informativa finanziaria.


Negli ultimi anni gli investitori sono sempre più attenti alla qualità dell’informativa nelle relazioni finanziarie annuali, evidenziando un interesse significativo in merito alle modalità con cui le aziende stanno fronteggiando i rischi e le opportunità indotti dal cambiamento climatico. Un ruolo di primo piano in questo dibattito è stato assunto dall’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), un’organizzazione europea a cui partecipano oltre 370 investitori a cui corrispondono circa 50 trilioni di dollari di asset gestiti.

Alla fine del 2020, l’IIGCC ha divulgato un’importante comunicazione che delinea una prospettiva di rendicontazione finanziaria e di valutazione degli impatti del cambiamento climatico nel contesto dei financial statements che costituisce un’effettiva aspettativa di trasparenza in merito alle azioni che gli operatori di mercato dovranno mettere in campo per raggiungere i target fissati dall’Accordo di Parigi.

Alla luce di questo forte input, Deloitte, in collaborazione con l’Osservatorio sui Bilanci e l'Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli, ha analizzato gli impatti della richiesta sui bilanci 2020 dei 36 Gruppi europei destinatari della sollecitazione dell’IIGCC e ha tracciato un profilo attuale ed evolutivo dei risvolti del fenomeno cambiamento climatico sulle metriche di bilancio e sulla relativa informativa.

Dall’analisi, condotta soprattutto su elementi qualitativi, emerge un importante sviluppo dell’informativa di bilancio correlata al cambiamento climatico dal 2019 al 2020: un chiaro segnale di reazione alla sollecitazione degli investitori. E seppur emerga una netta differenziazione del livello di informativa fornita tra i diversi settori, associabile alle caratteristiche del business e alla diversa esposizione alle opportunità e ai rischi correlati al cambiamento climatico, complessivamente circa il 55% dei gruppi analizzati ha affrontato il cambiamento climatico nelle relazioni finanziarie annuali 2020.

Il quadro d’insieme che emerge dalla lettura critica delle relazioni finanziarie annuali 2020 dei destinatari della richiesta IIGCC mostra, quindi, una prima forte reazione alla sollecitazione degli investitori: il cambiamento climatico emerge nettamente come una crescente priorità.   Rimane ancora un forte squilibrio fra l’informativa di carattere strategico fornita nella comunicazione aziendale nell’ambito dei reporting di sostenibilità e quanto indicato nelle relazioni finanziarie annuali, ma il percorso di evoluzione è evidente.

Nonostante il taglio delle informazioni inserite nell’ambito del bilancio risulti, dunque, prevalentemente qualitativo, si assiste a una crescita di livello sia delle informazioni correlate al rischio cambiamento climatico, sia delle disclosure relative ai criteri di elaborazione delle stime con riferimento agli aspetti climate-related rilevanti considerati nella definizione delle stesse. È importante però sottolineare che, allo stato attuale, se da un lato aumentano le dichiarazioni forti rispetto alle strategie aziendali di decarbonizzazione in linea con l’accordo di Parigi, dall’altro soltanto in alcuni casi queste affermazioni si concretizzano poi nei bilanci e nei criteri contabili adottati per la loro redazione. 

Sembrano essere questi, pertanto, gli aspetti su cui occorre ulteriormente progredire nel percorso evolutivo dell’informativa finanziaria: lo sviluppo di una sempre maggiore coerenza dell’informativa climate related e della comunicazione strategica con le assunzioni sottostanti alla predisposizione delle stime contabili e l’informativa di bilancio, aspetto peraltro rimarcato anche dall’ESMA nella definizione delle priorità dei bilanci 2021 delle società quotate, nonché l’elaborazione di un’informativa sempre più analitica, trasparente  e quantitativa per evidenziare gli impatti climate related emersi nelle elaborazioni delle stime e quindi riflessi nella predisposizione dei bilanci.  In questo senso, diventa sempre più evidente come il ruolo degli investitori, al fianco a quello degli altri stakeholders, sia fondamentale come acceleratore dell’intero processo.

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Stefano Dell'Orto

Stefano Dell'Orto

Audit & Assurance Leader

Stefano Dell’Orto è l’Audit & Assurance Business Leader di Deloitte in Italia ed è un componente dell’ Audit Executive Team di North South Europe. Entrato nell’organizzazione nel 1988 è stato ed è tuttora Audit Partner di alcuni dei principali clienti Italiani oltre ad avere gestito diversi progetti di consulenza in ambito Assurance. E’ stato membro del Board of Partner di Deloitte Italy e ha ricoperto il ruolo di National Professional Practice Director dal 2011 al 2019. Dal 2011 al 2019 è stato anche membro del Consiglio Direttivo Assirevi.

Mauro Di Bartolomeo

Mauro Di Bartolomeo

Partner

Mauro started his experience in Audit in 1991. Throughout his career in Deloitte, Mauro has gained experiences with organising and coordinating, audits of listed companies with international operations, group reporting structures, consolidation processes, preparation of financial statements under IFRS, handling technical IFRS and US GAAP issues, internal control, corporate governance, communication with group management and communication with audit committees. In June 2019 he has been appointed as the National Professional Practice Drector for Deloitte in Italy. The above experience has been gained in several manufacturing and services sectors. Currently Mauro is an audit partner located in the Bologna office (Italy). He is responsible for the Risk Management in his Region