Vita in Deloitte

Alberto Nicolai

Scopriamo la storia di Alberto, Data & Privacy Manager in Deloitte Risk Advisory, che ci racconta la sua esperienza professionale in Deloitte.

Ciao, raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro
“Ciao, mi chiamo Alberto Nicolai, e sono un Manager del team Data & Privacy di Deloitte Risk Advisory”.
Questa è la risposta che dovrei dare quando mi chiedono che lavoro faccio, invece spesso sono combattuto, perché in me vivono sostanzialmente tre anime: la prima legata al mio percorso di studi e alla mia abilitazione alla professione forense (sono un avvocato, non più iscritto all’Albo in quanto non esercito la libera professione, ma sempre avvocato nel DNA); la seconda legata al mio percorso professionale da consulente esperto in protezione di dati personali, che oltre ad essere il settore nel quale ho deciso di specializzarmi è anche la mia più grande passione; e infine l’anima manageriale, che mi porta a gestire complesse progettualità unendo tutti i puntini necessari a soddisfare sia le esigenze dei clienti, sia quelle di Deloitte.
Al di fuori dell’ambito lavorativo sono sempre stato uno sportivo, in primis un tennista e un amante del beach volley, oltre che grandissimo tifoso del Milan.
E infine, da buon veneto, nella mia tavola non può mancare un buon calice di vino: una fresca bollicina d’estate o un bel rosso strutturato d’inverno!

Nella tua carriera in Deloitte qual è stato il progetto più sfidante e perché?
Il progetto che ricordo con maggior soddisfazione e un pizzico di nostalgia è legato ad una lunga esperienza presso un fornitore di servizi tecnologici nel settore bancario, che mi ha offerto l’opportunità di approfondire nel dettaglio, a beneficio di tutte le Banche clienti, gli impatti della nuova normativa data protection europea prima che la stessa divenisse definitivamente applicabile, e si esprimessero in via integrativa/interpretativa le Istituzioni e le Autorità che presidiano la tematica.
Molti ragionamenti partoriti in quella sede sono ancora oggi la base fondante di più evolute strategie di GDPR Transformation, affinate alla luce delle linee-guida di settore successivamente pubblicate e divenute di dominio pubblico.
In quel periodo avevo colto l’importanza strategica del progetto per il cliente, ma non credevo sarebbe diventata anche una milestone della mia crescita professionale.

Che consiglio daresti a chi vuole affacciarsi a questa professione/settore?
La protezione dei dati personali rappresenta un ambito in continua evoluzione, strettamente connesso allo sviluppo tecnologico, visceralmente connesso all’avvento del capitalismo della sorveglianza, e molto complesso.
Oltre ad una conoscenza molto approfondita della normativa e degli indirizzi dottrinali e giurisprudenziali di settore, il vero valore aggiunto del professionista della data protection è rappresentato dall’esperienza maturata sul campo, in particolare in grandi realtà multinazionali, dove la difficoltà intrinseca della materia si scontra con strutture organizzative estremamente ramificate e operativamente sofisticate.
Il mio consiglio è pertanto quello - in primis - di divorare la letteratura di settore, quale imprescindibile punto di partenza, avendo tuttavia la consapevolezza che tra teoria e pratica la distanza è abissale, e potrà essere colmata soltanto mantenendo sempre attiva la modalità di apprendimento “a spugna”, e armandosi di una buona dose di pazienza e di spirito di sacrificio.

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