Vita in Deloitte

Antonella Cavallaro

Scopriamo insieme l’esperienza come membro della community GLOBE di Antonella Cavallaro, Partner in Deloitte Tax, che ci racconta cosa l’ha spinto a diventare parte della community.

Ciao! Parlaci di te e del tuo ruolo in Deloitte.

Avendo maturato un’esperienza oltre che trentennale nel mondo del lavoro, ho iniziato a lavorare quando il principio di eguaglianza non era così condiviso e le differenze di genere in ambito professionale erano molto diffuse e sofferte.
Dopo la laurea in economia e l’abilitazione alla professione come dr. Commercialista mi sono trasferita a Milano da Catania nel 1986 per seguire il master tributario IPSOA, e a gennaio del 1988 sono entrata in una delle big five (allora erano 5) dove sono rimasta per 24 anni, fino a marzo del 2012, quando poi sono entrata in Deloitte con lo stesso ruolo di partner che avevo dal 2000. Sono passati più di 3 decenni ma l’entusiasmo, la passione, la dedizione ed il sacrificio hanno sempre accompagnato le mie giornate lavorative e la mia vita professionale, che man mano si arricchiva di esperienze, fatte di successi ma anche di sconfitte, di conoscenze umane, di condivisione, di scambi culturali, di valori, di speranze.
Proprio per il tipo di lavoro che svolgo, che ha una forte componente umana e con carattere internazionale, ho avuto moltissime opportunità di conoscere tante persone di tutto il mondo, di tutte le età, sesso, religioni, e confrontarmi con ognuno di loro, in un reciproco alternarsi di diversità e di ricchezze interiori ed intellettuali, che in un darsi a vicenda, in un alternarsi di discorsi e di condivisioni, mi hanno aiutato ad ascoltare voci diverse, a vedere le disuguaglianze, a sentire le distanze, a comprendere i molteplici bisogni ed a cercare di dare il mio contributo per colmare quel divario che c’è sempre tra due esseri umani che non sanno prestare attenzione.
Certamente oggi la tecnologia ci permette di accorciare molte distanze, ma il progresso e la globalizzazione spesso rimangono lontani da quello che c’è nel cuore delle persone e nessuna tecnologia può sostituire il calore di una parola, di un sorriso, di un gesto di inclusione vera.

Cosa ti ha spinto a diventare membro di Globe e qual è secondo te l'aspetto più importante di questa community?

Quando mi è stato proposto di diventare un alleato GLOBE per una cultura più inclusiva, ho capito che appartenere ad un gruppo, ad una comunità, avrebbe dato risposta ad una delle primarie esigenze dell’essere umano, quella di condividere valori, esperienze, sentimenti, ideali e desideri.
Essere parte di Globe è una grande occasione di socialità e di scambio culturale perché sempre di più mi rendo conto di quanto il fattore umano, il contatto, la vicinanza sociale siano elementi ormai indispensabili per farci ripensare a come comunichiamo in un’ottica più inclusiva e maggiormente centrata sulle persone e sui loro reali bisogni.
Ascoltare voci diverse, sentirsi partecipi di qualcosa che è lontana ma allo stesso tempo così vicino ci permette di sviluppare la propria identità, di incoraggiarci e supportarci a vicenda, e Globe rappresenta questo, una community sempre più attenta, dove gli alleati diventano dei veri e propri punti di riferimento valoriali in modo che tutti possano trarre beneficio dalle esperienze condivise.
Si crea e si fortifica un coinvolgimento ed una partecipazione profonda che tutti cerchiamo e che ci permette di esprimerci liberamente e di ascoltare davvero le persone, perché chi fa parte della rete Globe non è solo un alleato, ma un vero e proprio ambasciatore, che vuole condividere le proprie esperienze con gli altri e vuole sentirsi parte di qualcosa di importante che possa aiutare gli altri nella condivisione dei valori, del linguaggio, dell’inclusione favorendo nell’azienda la diffusione di un clima di fiducia, di alleanza con il proprio contributo per creare contenuti e dare valore a tutta la community. È fondamentale essere disposti all’ascolto e creare occasioni di scambio proficuo e di dialogo tra tutte le persone con l’obiettivo primario di innalzare il livello di coinvolgimento e di condivisione per la diffusione di una cultura aziendale sempre più inclusiva in modo costruttivo.

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