Jessica Bellio

Ripensando ai miei anni universitari ricordo tanta confusione. Le domande ripetute erano sempre “E adesso cosa faccio? Cosa voglio diventare? Diventerò quello che voglio e che ho sempre sognato?”.

È normale, ci siamo passati tutti. Prima o poi ognuno di noi trova la strada giusta e io oggi sono qui proprio per questo, per raccontarvi la mia storia e di come ho trovato il mio sentiero.

Mi sono laureata ad ottobre del 2013 e le mie amiche mi hanno regalato un viaggio per Londra insieme ad un corso di inglese. Prima di partire ho fatto il primo colloquio in Deloitte. Non sapevo come fosse andato e neppure se mi avrebbero mai richiamata. Al mio ritorno ho fatto il secondo colloquio e dopo qualche giorno mi è stato comunicato che avrei potuto iniziare la mia esperienza in Deloitte.

In quel momento della mia vita non sapevo esattamente quale fosse la scelta più giusta da prendere. Avevo, da un lato, una città bellissima che in un mese mi aveva regalato tantissime emozioni, dove ho migliorato il mio inglese e ho potuto conoscere persone da tutte le parti del mondo. Dall’altra Deloitte, una multinazionale, una società che mi poteva far crescere a tutti gli effetti e sapevo avrebbe potuto darmi tanto. Ho riflettuto su come vedevo e volevo che fosse il mio futuro e alla fine ho scelto Deloitte.

Ho scelto Deloitte perché sapevo che sarebbe stata un’ottima opportunità, un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire. Una società presente in tutto il mondo, che mi avrebbe permesso di vedere diverse tipologie di clienti e interfacciarmi con moltissime persone. Non si trattava di un lavoro statico, dove mi sarei limitata a vedere sempre le stesse persone, sempre lo stesso ufficio. Ma di un lavoro dinamico che poteva farmi crescere sia professionalmente che personalmente.

Ho iniziato la mia avventura a febbraio 2014 prima con due settimane di corsi e poi dai clienti. C’erano davvero tantissime cose da imparare e da ricordare e più di una volta ho pensato che non ce l’avrei fatta, ma non mi sono arresa. Ho iniziato dalle piccole cose, ho cercato di cogliere come una sfida quelli che erano i miei punti deboli.

In questi cinque anni in Deloitte mi sono occupata del settore finanziario vedendo diverse tipologie di clienti come banche e società di gestione del risparmio, dove ho potuto confrontare diverse realtà e non limitarmi a vederne una soltanto.

Sapevo fin dall’inizio che sarebbe stato un ambiente dinamico e vi assicuro che lo è. Innanzitutto, la maggior parte del tempo lavorativo non si trascorre in ufficio ma dal cliente. Ogni giorno ci si reca dal cliente per conoscerlo, interfacciarsi e dagli un valore aggiunto. In un anno i clienti affidati ad una persona sono molti. Sicuramente un altro fattore che lo rende dinamico è legato alla conoscenza. La normativa sia interna che esterna è in costante evoluzione e per svolgere al meglio questo lavoro bisogna essere costantemente aggiornati.

Un altro elemento molto importante che differenzia Deloitte da altre società è la rapidità con cui si cresce. Pensate ad una piramide, ogni anno se si lavora in modo diligente e si hanno le capacità si può salire nel gradino più alto di questa piramide e in pochi anni arrivare in alto. Cinque anni fa ero un’assistente poco esperta ai piedi della piramide che riceveva indicazione dai propri senior su come svolgere il lavoro, ora, dopo cinque anni, sono una senior che istruisco e formo i ragazzi appena entrati sulle attività da svolgere. In questi cinque anni sono cresciuta, ho imparato tante cose e ho conosciuto moltissime persone senza mai smettere di imparare e di migliorarmi.

Ho sempre cercato di organizzare al meglio i miei task lavorativi durante la settimana per poi potermi dedicare senza pensieri alle mie passioni nel weekend. Il saper conciliare vita privata e lavoro è stata la mia forza e vi assicuro che se si vuole si riesce senza problemi.

Oltre a tutto questo per me Deloitte rappresenta tanto anche a livello umano. Quando mi confronto con gli ex colleghi tutti mi dicono che Deloitte è speciale dal punto di vita dei rapporti che si creano perché il gruppo, i legami e le condivisioni che nascono in questa realtà difficilmente sono riusciti a costruirli negli altri ambienti lavorativi. E io non posso che concordare.