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Emanuele Belloni

Scopriamo l’esperienza di work-life integration di Emanuele, Customer & Digital Strategy Consultant in Deloitte Consulting e rugbista:

Ciao Emanuele, parlaci di te e del tuo lavoro in Deloitte.

Ho iniziato a lavorare in Deloitte Digital nel 2017, dopo aver completato gli studi in International Management alla LUISS di Roma. Da sempre il mio obiettivo professionale era quello di entrare e far carriera in una grande società di consulenza, un obiettivo che mi ha portato a scrivere la tesi di laurea su due progetti di internazionalizzazione seguiti proprio da Deloitte Consulting.

Attualmente lavoro nella sede di Milano, e mi occupo principalmente di progetti di Customer Strategy per clienti di diverse industry, in particolare Energy & Utilities e FMCG.

In 3 anni ho avuto la fortuna di lavorare in due sedi diverse (Roma e Milano), questo mi ha permesso di conoscere tantissimi colleghi con cui confrontarmi e di crescere sotto l’aspetto sia professionale che personale. Un aspetto che amo del mio lavoro è quello di occuparmi temi e progetti sempre diversi, con persone e realtà molto distanti tra loro. È un lato della consulenza che trovo estremamente positivo per acquisire un bagaglio di conoscenze il più ampio possibile: in particolar modo Deloitte ci permette di lavorare in maniera orizzontale su industry e progettualità di ogni tipologia.

Da quanto tempo pratichi rugby e cosa hai imparato da questi anni di esperienza?

Ho iniziato a giocare a Rugby più di 15 anni fa: avevo 12 anni quando ho deciso di seguire le orme di mio padre, innamorandomi di questo nobile sport. Tutto ciò che ho imparato in questi anni di rugby è racchiuso in 3 parole: Disciplina, Rispetto e Combattività. Sono tre aspetti che non devono mai mancare in un rugbysta e soprattutto (a mio avviso) in un uomo. Trovo che ci siano molti insegnamenti che uno sportivo può sfruttare in ambito lavorativo, il primo tra questi è il lavoro di squadra. Il rugby è uno sport che si gioca con 15 giocatori in campo, più 8 in panchina. Ma l’aspetto più interessante è che o si gioca tutti insieme, con un obiettivo comune e una strategia condivisa, oppure non si va da nessuna parte. Nel concetto di “gruppo” il punto cruciale sta nella parola “sostegno”, ed è forse la parola che rappresenta il pilastro di questo sport. Sostenere i propri compagni di squadra, in ogni difficoltà e circostanza, è l’insegnamento più importante che ho appreso, che dal rugby può essere esteso nel lavoro e più in generale nella vita.

Come riesci a conciliare la tua passione sportiva con il tuo lavoro?

Con tanto sacrificio. Per mantenere un buon livello devo allenarmi tra le 6-8 volte a settimana e, considerando i nostri ritmi lavorativi, non è facile, ma mi piace portare avanti questa mia passione nonostante tutto. Lo trovo inoltre un modo efficace per rilasciare le tensioni accumulate durante la settimana e tornare sul lavoro più concentrato e rilassato.

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