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Giovanni Maggi

Biodiversità: il suo ripristino visto dai miei occhi

Ciao sono Giovanni, Climate Champion nel Consulting di Deloitte e appassionato di tecnologia e natura. Amo esplorare questi due aspetti tramite il mio lavoro e i miei hobby, in particolar modo attraverso la biciletta che mi consente di esplorare il mondo nei luoghi più inesplorati per riconnettermi con le persone e con il pianeta.

Fin dall’infanzia, ho sempre avuto una passione per il clima e per la mia terra. Infatti, ero solito controllare, prima di andare a scuola ogni giorno, il termometro posto appena fuori dalla porta. Ricordo di una mattina di Novembre, la temperatura era di 1 grado e nevicava. Ora dopo 20 anni, nella stessa zona e nello stesso periodo dell’anno, ci sono 20 gradi. Oltre alle temperature, in Valpolicella, provincia di Verona, anche i paesaggi sono cambiati.

Trent’anni fa quando sono nato, la zona era ancora abbastanza varia, ornata di tanti olivi, ciliegi e vigne. Ma durante gli ultimi anni la situazione è mutata e l’uva ha preso il sopravvento. Alcuni agricoltori hanno iniziato a piantare viti nella pineta costruita dagli abitanti per avvolgere il santuario sulle pendici del monte che sovrasta il paese. Fino a qualche anno fa quando giravo tra i campi non potevo fare a meno di notare l’assenza di erba o l’erba secca a causa dell’utilizzo di diserbanti attorno alle vigne[1][4].

Per evitare la nascita di erbe infestanti in agricoltura in passato sono state utilizzate sostanze dannose che hanno avuto un effetto sull’aumento dell’inquinamento circostante, destabilizzando l’ecosistema intero, uccidendo insetti a causa delle azioni a largo spettro, inquinando le acque e i terreni, prodotti alimentari, oltre che avere effetti sulla salute di lavoratori e sulla popolazione circonstante.

Negli ultimi anni fortunatamente non è più così e, ad esempio, con l’inserimento nel 2015 del glifosato nella classe dei “probabili cancerogeni” dalla IARC – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro”[6] unito ad una maggiore attenzione verso l’agricoltura biologica certificata, ha portato molti agricoltori ad abbandonarne l’uso di sostanze nocive o potenzialmente nocive.

Questo ha permesso all’erba attorno alle vigne di ritornare fiorente, con l’ingresso di nuove tecniche contro le erbe infestanti.

Ora mi è capitato di vedere le coccinelle e i muretti per livellare il terreno abbattuti da un branco di caprioli. Infine, nei campi stanno comparendo le coloratissime casette di legno per ospitare le api.

Questi sono tutti segnali di un ritrovato legame con la natura che riempie il cuore. Passeggiando tra i campi ora posso ammirare il verde smeraldo delle foglie, il viola dell’uva, il rosso carminio delle rose all’inizio dei filari e il tripudio di colori delle casette da dove proviene un appagante ronzio che suona di vita e di una speranza per il futuro[2].

 

1. https://www.isde.it/wp-content/uploads/2015/06/2014-Cesalpino-Esposizione-a-pesticidi-e-rischi-per-la-salute-umana-Gentilini.pdf
2. https://www.arpa.veneto.it/arpavinforma/pubblicazioni/rapporto-sullo-stato-dellambiente-del-veneto-anno-2020
3. https://www.isprambiente.gov.it/files2020/pubblicazioni/rapporti/rapporto_334_2020.pdf
4. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6400463
5. https://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/01/2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale.pdf
6. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/vero-glifosato-un-erbicida-diffuso-mondo-cancerogeno

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