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Il dialogo interculturale come veicolo di innovazione

Divercity - Dicembre 2021

Esiste una formula vincente, in grado di incentivare i processi produttivi e sviluppare la creatività delle persone rendendo il loro lavoro innovativo e rivoluzionario. È una formula che risiede nel pluralismo
culturale, ovvero nella diversità di origine, background e pensiero. Per le aziende, implementare il pluralismo significa prevenire forme di discriminazione e, nello stesso tempo, avere un ritorno positivo in termini di performance.

Infatti, secondo una ricerca Deloitte, l’interazione interculturale incoraggia le persone a ripensare le proprie abitudini, a riflettere sui bias, a mostrare curiosità verso gli altri e ha un impatto benefico anche sui risultati di business, aumentando fino a due volte le probabilità di migliorare i risultati finanziari e rendendo l’organizzazione fino a 6 volte più innovativa e agile.

Dopotutto, come sancito nella Dichiarazione dell’UNESCO del 2001, la diversità culturale è un valore prezioso che va coltivato dentro e fuori i contesti organizzativi. L’art. 1 afferma, infatti: “In quanto fonte di scambio, innovazione e creatività, la diversità culturale è tanto necessaria all’umanità quanto la biodiversità lo è per la natura.

Costituisce il patrimonio comune dell’umanità e dovrebbe essere riconosciuta e affermata, a beneficio delle generazioni presenti e future.” In occasione della Giornata Internazionale delle Bambine, che cade l’11 ottobre, Deloitte ha celebrato la diversità culturale attraverso Girls Take Over, un’iniziativa che ha posto al centro la dimensione multiculturale, impegnandosi nella decostruzione dei pregiudizi in un’ottica intersezionale, mettendo in risalto le molteplici diversità che si intersecano con l’identità di genere.

Girls Takeover, hackathon di design thinking volto alla risoluzione di alcuni casi di business, ha coinvolto 83 talentuose ragazze da tutto il mondo. Le partecipanti, di età compresa tra i 18 e i 23 anni provenienti da paesi come Libano, Oman, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Italia e Belgio e quindi diverse per cultura, percorso di studi, aspi razioni e modo di interagire  si sono messe in gioco con spirito di coesione, spinte dal desiderio di confrontarsi in una cornice internazionale tutta al femminile.

La priorità dell’iniziativa è stata quella di far emergere l’unicità delle partecipanti, senza il peso delle aspettative di genere, affinché il loro contributo potesse trovare spazio in una straordinaria fusione di idee, nata proprio dalla ricchezza generata dalle loro diversità.

Le modalità tipiche del design thinking hanno stimolato poi nel gruppo la diversità cognitiva che, strettamente correlata allo spettro della diversità e in particolare a quella culturale, si declina in diversità di prospettiva, ovvero il modo di con cepire e inquadrare il problema, e in diversità di approccio, cioè il modo in cui si tende a risolverlo. Questa esperienza ha dimostrato che team diversificati possono beneficiare di una prospettiva allargata, come se una lente di ingrandimento si focalizzasse su quanti più dettagli possibile, conducendo il processo verso una soluzione vincente che deriva dall’integrazione delle singole, diverse prospettive. Come emerso, infatti, da un altro studio Deloitte, Eight powerful truths, la diversità culturale determina un incremento dell’innovazione del 20% e riduce i rischi di commettere errori del 30%.

La stessa organizzazione di Girls Takeover, ad opera di persone con ruoli diversi e provenienti da più parti del mondo, si è rivelata un successo proprio grazie a questa strategica combinazione di diversità.

Per Deloitte, inoltre, è stata un’occasione per ribadire che l’inclusione non può costituire un obiettivo marginale, ma va considerata una priorità strategica. Non c’è progresso e non c’è innovazione se le persone non hanno la possibilità di sviluppare la propria creatività e di esprimersi in maniera autentica lasciandosi incuriosire, ispirare e arricchire dall’interazione con una prospettiva diversa dalla propria.

La stessa filosofia è anche alla base del Black Action Plan di Deloitte UK, finalizzato a rafforzare l’inclusione delle minoranze etniche attraverso un programma di sponsorship, il ripensamento di tutto il percorso di engagement per rimuove re eventuali bias legati all’etnicità e la costruzione di alleanze con la black community per generare un impatto significativo sui clienti e sulla società.

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