Vita in Deloitte

Raffaella Ferradini

Scopriamo insieme l’esperienza di work-life integration di Raffaella Ferradini, Life Science & Health Care Director in Deloitte Risk Advisory, insieme ad alcuni consigli e lezioni di vita che ha appreso durante il suo percorso come leader in Deloitte.

Quale attività o hobby ti aiutano a ricaricarti?

Ho molti interessi e quindi a seconda delle situazioni, adotto tecniche diverse per rilassarmi: dalla lettura di un libro, all’ascolto di un po’ di buona musica, al rivedere un film che mi piace e mi fa sentire bene.
Ma ciò di cui proprio non posso fare a meno è lo sport, e anche qui pur non essendo un’agonista in nessuna delle attività sportive che pratico, mi piace praticarne molte: dal tennis, al più recente e in voga padel, dal nuoto (che ho praticato per oltre 8 anni da bambina) alla corsa, dal pilates, allo spinning, fino all’allenamento funzionale. Insomma mi piace variare e non annoiarmi mai e soprattutto poter praticare almeno uno sport anche quando sono fuori casa, sia in vacanza che in trasferta lavorativa.
Oggi mi ritrovo a lavorare in Deloitte RA dopo tredici anni passati altrove, infatti appena laureata il mio primo lavoro è stato proprio in Deloitte, dove mi occupavo del mondo Audit e del settore finanziario. In questi anni mi sono ritrovata a seguire clienti da tutta Italia stando quindi spesso in trasferta, cosa che mi ha permesso di “esplorare” tutte le palestre d’italia: non ho mai rinunciato ad allenarmi e, spesso, sono riuscita a coinvolgere gli altri colleghi del team trascinandoli con me anche solo per una corsetta post lavoro.

Che consigli daresti ad un giovane collega che ha appena iniziato la carriera?

Gli direi che tutto si apprende, che se si vuole crescere non bisogna mai considerare inutile nessuna delle esperienze che la vita ci presenta, nella peggiore delle ipotesi si imparerà cosa non ci piace fare. Nella mia esperienza lavorativa, anche nelle attività che ho svolto durante gli studi, che nulla avevano a che fare con le mie ambizioni professionali e con il lavoro che attualmente svolgo, ho avuto la fortuna di incontrare dei “capi” che mi hanno mostrato cosa vuol dire il rispetto per le persone che avevano alle proprie dipendenze, a cui dedicavano attenzioni e tempo e sacrificandosi anche per loro, con lo scopo di farle crescere. Da loro ho imparato che tipo di “capo” voglio essere!
Per questo motivo uno dei valori che ritengo più importanti è il rispetto per gli altri, con la gentilezza ed un sorriso, che non costa mai nulla, si ottengono dei risultati sorprendenti e poi, come ha detto Charlie Chaplin: “Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”.

Qual è la lezione più grande che hai imparato dall'emergenza sanitaria che abbiamo vissuto/stiamo vivendo?

Ho imparato che si può fare davvero a meno di tutto, ma non dei rapporti umani e delle relazioni! Sono convinta che appena tutto questo sarà finito andrò ad abbracciare chiunque incontrerò!
A parte gli scherzi, questa situazione ha messo in evidenza la capacità di adattamento che l’uomo ha, tutto ciò che sembrava impossibile fare se non in presenza abbiamo imparato a farlo a distanza con l’utilizzo di strumenti innovativi ed efficaci, ma certamente un sorriso dal vivo ed un abbraccio non potranno essere mai sostituiti da nulla.

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