Article

Try To Code

La challenge Try To Code, incentrata su una sfida tecnologica in ambito Salesforce, ha visto coinvolti 20 studenti di ingegneria informatica dell’Università di Pavia che, nel corso di 4 settimane di lavoro in team, hanno messo a punto diverse applicazioni. Due di questi gruppi di lavoro sono stati votati vincitori e ci hanno raccontato cosa ha significato per loro quest’esperienza nel mondo Deloitte Digital.

Cosa ha significato per te quest’esperienza e cosa hai imparato da questa challenge?

ALESSANDRO: Sono Alessandro Gobbo, mi sono laureato in Ingegneria Informatica all’Università di Pavia dove ho coltivato la passione per il mondo del Web. Oltre allo studio sono un libero professionista, collaboro infatti con privati, agenzie, Start-Up e società per tutto ciò che ruota attorno ad un indirizzo contenente “www”. Mi aggiorno costantemente su Programmazione Web, SEO, SEM e argomenti più o meno correlati per garantire sempre un alto livello di consulenze e docenze. La challenge Try To Code è stata secondo me molto sfidante: creare un MVP (Minimum Viable Product) in 3 settimane non era facile, ma mi ha sicuramente permesso di approfondire la gestione di molte tematiche attuali per poter arrivare ad una soluzione da poter sfruttare nella quotidianità. Sono grato a Deloitte per quest’opportunità, inoltre l’ho sempre reputata una delle aziende di riferimento da seguire, anche se personalmente non ho mai avuto il piacere di collaborare con loro ritengo che challenge come Try To Code siano delle ottime opportunità da non sottovalutare.

MATTEO: Sono Matteo, uno studente di Ingegneria Informatica all'Università di Pavia e proprio in questi giorni sto entrando nel mondo del lavoro da libero professionista nel ruolo di consulente. La challenge ha rappresentato per me un'opportunità per crescere e imparare a fare cose nuove oltre che approfondire e migliorare le competenze che già possedevo. A sfida terminata posso dire che le mie aspettative siano state soddisfatte, inoltre le persone di Deloitte con cui sono entrato in contatto per questa challenge mi sono sembrate estremamente disponibili. Spero che in futuro possano capitare occasioni di collaborazione.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la challenge e cosa ti è piaciuto della sfida?

GIORGIA: Sono Giorgia Rita Di Ruggiero, laureata in Bioingegneria all’Università di Pavia dove al momento sto seguendo la laurea magistrale in Sensoristica e Strumentazione Biomedica. Sono una ragazza molto intraprendente, mi piacciono le sfide perché credo che mi permettano di tirare fuori il meglio di me. Questa challenge è stata per me un’opportunità di crescita personale e di approfondimento, ho infatti avuto la possibilità di mettere in pratica le competenze acquisite durante il corso di studi, ma soprattutto è stata uno stimolo in un periodo storico particolare. L’iniziativa era volta a creare un servizio alla portata di tutti che riuscisse a migliorare, anche se di poco, la qualità della nostra vita. È stato questo che mi ha spinto a partecipare, perché credo che se uniti possiamo collaborare per un bene comune. Inoltre, mi ha colpito che Deloitte si sia interessata a ciò e abbia cercato di fare suo questo problema stimolandoci a trovare una soluzione innovativa ed originale.

ANDREA: Io sono Andrea Caiulo, laureato triennale in Ingegneria Elettronica e Informatica all’Università di Pavia dove attualmente sto seguendo una laurea magistrale in Microelectronics Engineerin. La mia passione consiste nel veder realizzato tutto ciò a cui mi applico, che si parli di progetti in ambito lavorativo o di hobby. Mi trovo bene a lavorare in gruppo e tendo ad assumere un atteggiamento di guida. Poter entrare a contatto con una sfera lontana da quella che è la mia formazione professionale, di tipo ingegneristico, è un’opportunità molto importante che non mi sono lasciato sfuggire. Mi sono subito lasciato attirare dalla sfida, che prevedeva di utilizzare conoscenze tecnologiche avanzate per venire in contro ad un’esigenza che mai era stata così forte: gestire in sicurezza e in modo efficiente la visita ai negozi e l’utilizzo di servizi pubblici. Ho quindi deciso di mettermi in gioco, spinto dall’eccitazione di poter creare qualcosa che facesse la differenza. Durante il mese di preparazione, ho avuto modo di affinare le mie abilità nella programmazione e sono contento di aver potuto, in qualità di team leader, coordinare la mia squadra verso il miglior risultato ottenibile, sfruttando al massimo le capacità di ognuno. A mio parere è considerevole che una società di questo calibro si impegni a promuovere interessanti iniziative per i giovani, con un occhio rivolto alla risoluzione dei problemi del futuro. Al giorno d’oggi è fondamentale poter raggiungere il cliente del proprio servizio in modo digitale, concetto la cui criticità è rimarcata dai più recenti avvenimenti. Per molte realtà commerciali, la vendita digitale non sta rappresentando solo una modalità di crescita, ma una vera e propria ancora di salvezza nel mare di incertezza che caratterizza la società odierna. Ai miei occhi appare quindi inevitabilmente centrale il ruolo svolto dall’area di Digital Customer interna a Deloitte. Non si tratta di occuparsi di semplice advertisement, ma di costruire nuovi modelli di servizi che assistano l’interazione fra venditore e cliente in tutti i suoi aspetti, dalla ricerca alla logistica. Per questo ringrazio il gruppo di Deloitte, che ha ideato la sfida, si è impegnata a valutare tutte le proposte, offrendoci l’opportunità di venire a contatto con una realtà tanto interessante.

RICCARDO: Sono Riccardo Caiulo, uno studente del primo anno di Ingegneria Informatica all'Università di Pavia. Ho esperienze lavorative nell'ambito del Software Engineering a KPMG, Zurich Insurance, Carbonbase, The Network Box, e ora nella mia compagnia, Blockathon Asia. I miei interessi accademici principali sono l'informatica, la matematica e l'intelligenza artificiale, e i miei interessi generali sono la storia, la filosofia e lettura generale. Per me la challenge Try To Code si è rivelata un’occasione per spingere me stesso a produrre un programma o un prodotto che non avrei fatto normalmente. Valuto molto l'aspetto competitivo di questi tipi di challenge, penso che sia un fortissimo fattore motivante che porta anche all'apprendimento di molti concetti relativi al mondo dell'informatica. Grazie a questa sfida infatti ho imparato molto sullo sviluppo di applicazioni Android, che è qualcosa che non avevo mai fatto prima. Da questa esperienza ho inoltre potuto capire quanto Deloitte sia aperta e interessata allo sviluppo tecnico e creativo degli studenti universitari, una competizione come quella a cui ho preso parte può rivelarsi una grande opportunità per chi è interessato nella tecnologia e nel Software Engineering, sia per spingere gli studenti a produrre un progetto che può insegnare loro molto, che per le possibilità di networking che possono nascere.

L'hai trovato interessante?