Art & Finance report 2014

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Art & Finance report

Aumenta l’interesse per i servizi di Art & Finance

Il 78% dei gestori pensa che debbano essere inclusi nella gestione patrimoniale

 
  • Il 78% degli intervistati dichiara che i servizi legati al mondo dell’arte dovrebbero essere inclusi nella propria gestione patrimoniale
  • Il 72% dei collezionisti compra opere d’arte per passione ma senza dimenticare l’investimento, mentre il 6% lo fa solo con l’obiettivo di investire
  • Nei prossimi 12 mesi i gestori di patrimoni continueranno a investire in servizi legati all'arte, ma a un ritmo più lento rispetto al passato
  • Il 76% degli intervistati è a favore di un’auto-regolamentazione del mercato dell'arte. Il 62 % dei gestori patrimoniali afferma che la mancata regolamentazione del mercato dell'arte è attualmente il più grande ostacolo verso l'integrazione tra il mercato dell’arte e la loro offerta 
  • La direzione del mercato dell'arte per il 2016 è difficile da prevedere, anche se le prospettive per sei mercati su otto sono neutrali-positive

 

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Il 78% degli intervistati dichiara che i servizi legati al mondo dell’arte dovrebbero essere inclusi nella propria gestione patrimoniale: questo quanto emerge dal rapporto Art & Finance 2016 pubblicato da Deloitte Lussemburgo e da ArtTactic. 

Per la prima volta dal 2011, anno di lancio del report, i professionisti della gestione patrimoniale e i possessori di tale patrimonio la pensano allo stesso modo: rispettivamente il 70% e il 77% riconosce, infatti, che a livello globale la gestione patrimoniale delle opere d’arte dovrebbe includere i servizi offerti dall’Art&Finance. 

Il 73% degli intervistati (contro il 58% del 2014) afferma che i propri clienti vogliono includere opere d’arte e altri beni collezionabili nei propri patrimoni al fine di rinforzare il proprio status.

“La componente finanziaria del collezionismo è un driver primario per lo sviluppo dei servizi di gestione patrimoniale dell’arte. La chiave del processo non è la ricerca dell’investimento o del rendimento, quanto piuttosto la preservazione del capitale allocato per l'arte e i beni da collezione", afferma Adriano Picinati di Torcello, Art & Finance Practice Director per Deloitte in Lussemburgo. "Il 72% dei collezionisti di tutto il mondo compra opere d’arte per passione ma senza dimenticare l’investimento, mentre il 6 per cento lo fa solo con l’obiettivo di investire. Il 22% dei collezionisti intervistati compra solo con l'obiettivo di collezionare. Anche se il valore emozionale rimane la motivazione principale per l'acquisto di opere d’arte, la componente finanziaria non deve essere sottovalutata". 

Dalle evidenze del report emerge che nei prossimi 12 mesi i gestori di patrimoni continueranno a investire in servizi legati all'arte, ma probabilmente a un ritmo più lento, concentrandosi piuttosto su servizi volti a preservare per i loro clienti la quota di ricchezza assegnata all'arte, legata ad esempio al possesso di beni immobili, alla filantropia e al prestito di opere, piuttosto che a fondi di investimento legati all’arte, dove si prevedono i dati più bassi di sempre.

Secondo il rapporto, il 76% dei professionisti intervistati è a favore di un’auto-regolamentazione del mercato dell'arte. Il 62 per cento dei gestori patrimoniali afferma che la mancata regolamentazione del mercato dell'arte è attualmente il più grande ostacolo verso l'integrazione tra il mercato dell’arte e la loro offerta. Quando si tratta di questioni che costituiscono una minaccia concreta per la reputazione e il funzionamento corretto del mercato dell'arte, tra i diversi soggetti interessati (collezionisti, professionisti dell'arte, avvocati e gestori patrimoniali) vi è un consenso su una serie di temi comuni come ad esempio: la manipolazione dei prezzi, i conflitti di interesse, la mancanza di trasparenza e le commissioni segrete (tre professionisti su quattro condividono i propri punti di vista). Permane quindi una forte consapevolezza su quali siano i problemi; meno evidente è come affrontarli in modo coerente e coordinato.

L’aumento a livello globale della ricchezza e una prospettiva neutrale-positiva sul mercato dell'arte indicano un crescente bisogno di servizi di wealth management dedicati al settore dell'arte

Con l’aumento degli High Net Worth Individual (HNWI – i possessori di alti patrimoni netti), nei prossimi 10 anni si stima un aumento dell’allocazione del patrimonio in beni d’arte e collezionabili e di una richiesta di servizi legati a questo particolare asset. Anche se il mercato globale dell'arte contemporanea ha subito una contrazione nel 2015, la direzione del mercato dell'arte per il 2016 è difficile da prevedere, in quanto sarà influenzato da un numero crescente di fattori macroeconomici che potrebbero impattare. Le prospettive per sei mercati su otto sono neutrali-positive, il che suggerisce una solida crescita nel corso dei prossimi mesi. Il mercato cinese e quello russo sono gli unici con outlook negativo per il 2016.

Art & Finance report 2016 - Key facts

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