Deloitte CFO Survey

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Deloitte CFO Survey – Primavera 2019

Occhi puntati sulla domanda

Diventare resilienti sarà l’obiettivo primario dei CFO europei che si troveranno a confrontarsi con una crescita economica mediocre.

In questa edizione primaverile, abbiamo chiesto a oltre 1.400 CFO di 20 paesi EMEA quali azioni intraprenderebbero nell’eventualità di una nuova recessione globale.

Key findings

  • Quasi la metà dei CFO europei reputa probabile una nuova crisi della zona euro nel prossimo anno.
  • Per il secondo semestre consecutivo il sentiment dei CFO italiani è in calo, fortemente influenzato dai cambiamenti che si sono verificati negli ultimi mesi, soprattutto nel contesto politico ed economico locale.
  • Un segnale positivo è rappresentato dalle intenzioni di investimento dei CFO italiani: il 28% desidera aumentare i propri investimenti nei prossimi 12 mesi e il 18% ha dichiarato la propria intenzione di aumentare le assunzioni.

I CFO italiani prevedono una recessione per il nostro paese

L’ottimismo crolla

Per il secondo semestre consecutivo il sentiment dei CFO italiani è fortemente influenzato dai cambiamenti che si sono verificati negli ultimi mesi, soprattutto nel contesto politico ed economico locale. Durante la prima metà del 2019, l'ottimismo dei CFO italiani ha raggiunto il picco più basso di sempre: -13% (-38 pp rispetto a un anno fa). Tuttavia, considerato il leggero calo registrato nella percezione dei CFO riguardo il livello di incertezza per il futuro delle proprie aziende (57%, - 5 punti percentuali rispetto a sei mesi fa), sembra che i CFO italiani si siano quasi adattati alla situazione di instabilità generale.

Incertezze, sfide e rischi si profilano per il futuro

I rendimenti dei titoli italiani sono aumentati bruscamente nell'ultimo anno, da quando il governo italiano ha intrapreso una serie di operazioni di espansione fiscale (aumento della spesa) destinate a rilanciare la crescita economica, azioni che non hanno portato risultati positivi finora. Anche l'OCSE ha espresso preoccupazione per le prospettive fiscali dell'Italia.
È proprio l'attuale situazione economica precaria che rappresenta la più grande preoccupazione per i CFO italiani, che si trovano costretti a prendere importanti decisioni strategiche per le loro aziende in un contesto molto instabile. Tra i principali rischi individuati dai CFO italiani per i prossimi mesi, il 40% ritiene che una potenziale contrazione della domanda, sia estera che interna, sia un evento che potrebbe incidere in maniera profondamente negativa sull'economia italiana.
Anche le questioni politiche continuano ad essere ai primi posti tra le sfide da affrontare nel breve periodo: il 34% è preoccupato per una potenziale recessione economica globale e il 34% considera instabilità politica interna un fattore che potrebbe creare uno scenario ancora più complicato per il processo decisionale del CFO.

I CFO italiani si preparano a una recessione economica

Il contesto attuale mette a dura prova la propensione al rischio dei nostri CFO, tanto che la percentuale netta diminuisce ancora arrivando a: -58% (-6 punti dall'autunno 2018). Come si evince dai numeri, non si tratta di un buon momento per assumere maggiori rischi, soprattutto considerato il timore per una nuova recessione dichiarato da ben il 68% dei CFO italiani.
L'Italia ha chiuso il 2018 registrando una recessione tecnica (il PIL del Paese si è attestato a -0,2%) e le poco rosee prospettive per il futuro hanno influito in maniera evidente sul sentiment dei CFO.
Per essere pronti ad affrontare una potenziale recessione, i CFO italiani hanno identificato tre principali strategie da adottare per le proprie aziende: ampliare la base di clienti / spostare il proprio focus su differenti regioni o segmenti di mercato; aumentare l'attenzione sui clienti con margini elevati e migliorare le strategie di marketing e il marketing mix.
Sebbene la visione per il futuro non sia brillante, un segnale positivo è rappresentato dalle intenzioni di investimento dei CFO italiani: il 28% continua ad aspettarsi di aumentare i propri investimenti nei prossimi 12 mesi e il 18% ha dichiarato la propria intenzione di aumentare le assunzioni.

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