Comunicati stampa

Al via la IV Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility

Agli italiani piace la sharing mobility: servizi in ripartenza decisa dopo il lockdown

Recupero di bikesharing e monopattini, ma anche del carsharing. Maggiore la ripresa a Palermo e Milano. La Conferenza Nazionale è diventata una manifestazione digitale di 100 giorni +2 con molte novità.

Roma, 17 giugno - Le misure di confinamento e distanziamento sociale per l’emergenza Covid-19 ed il rischio contagio hanno avuto ricadute rilevanti ed immediate sull’uso di tutti i servizi di mobilità condivisa. A fronte di un tasso di mobilità (percentuale degli italiani mobili) che durante il lockdown è sceso dall’ 85% del 2019 al 32%, anche i servizi di sharing mobility hanno avuto un calo vistoso della domanda: in media dell’80%, in linea con il calo della mobilità italiana.

Ma cosa è successo con la fine del lockdown? Un’analisi compiuta dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility su Roma, Milano, Torino, Bologna, Cagliari e Palermo, che mette a confronto i valori del mese di maggio con quelli osservati a febbraio 2020, dimostra che bikesharing e monopattini in sharing, siano già tornati quasi ai livelli pre Covid-19, recuperando nell’arco di sole 4 settimane rispettivamente 60 e 70 punti percentuali. Recupera anche il carsharing, ma in termini minori (in media 30 punti percentuali in più a maggio). Tra le città che hanno recuperato più velocemente, spicca Palermo e al secondo posto Milano. La sharing mobility sta fungendo quindi, da utile alleato del trasporto pubblico in una fase difficile. Infatti, a causa del distanziamento sociale, bus, tram e metro viaggiano a capacità ridotta e quindi cresce il ventaglio delle soluzioni alternative e sostenibili: pedonalità, bicicletta, scooter sharing, bike sharing, car sharing, monopattini, etc. Una piccola rivoluzione silenziosa nelle città italiane

Questo quanto emerge da un’indagine presentata in occasione della quarta edizione della Conferenza nazionale sulla sharing mobility, organizzata dall’Osservatorio Sharing mobility in partnership con Deloitte, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), Uber, Key Energy di Italian Exhibition Group e con la Media Partnership di Lifegate. Quest’anno, la tradizionale Conferenza si è trasformata in una manifestazione digitale della durata di 100 + 2 giorni (un evento di apertura, una serie di appuntamenti articolati nell’arco di un trimestre e un evento conclusivo) e prende il titolo simbolico di #LessCARS.

Le propensioni degli italiani

L’ indagine, realizzata dall’ Osservatorio Sharing Mobility, ha coinvolto 12.688 cittadini di Roma, Milano, Torino, Bologna, Cagliari e Palermo, città dove sono presenti servizi di sharing mobility. Ben il 71% dei rispondenti dichiara di aver iniziato a lavorare in smart working o di aver attivato soluzioni di didattica a distanza con ripercussioni nella mobilità nel suo complesso che proseguiranno anche nel periodo post emergenza. Già durante il lockdown (mese di Aprile) il 61% degli intervistati che utilizzavano abitualmente il car sharing prima dell’emergenza Covid, aveva dichiarato che era pronto a riutilizzarlo nella Fase 2. Percentuali ancora più alte per lo scootersharing (66%) ed il bikesharing (69%). Al momento di esprimere su una scala di valori da 1 a 5 la sicurezza percepita delle diverse modalità di trasporto, il campione intervistato durante il lock down, premiava i mezzi in sharing, con un punteggio migliore quando non prevedono un abitacolo (3,3 il bikesharing e 2,6 il carsharing), e all’ultimo posto il trasporto pubblico (1,8).  Dall’ indagine è emerso quindi che gli italiani non ritengono i servizi di sharing mobility pericolosi e non hanno intenzione di mettere in discussione le abitudini consolidate prima della pandemia; i servizi leggeri con biciclette, scooter e monopattini sono quelli preferiti in questo momento; i servizi di sharing possono essere un’alternativa al calo della domanda del trasporto pubblico e un alleato delle città per limitare la congestione.

“Il Covid-19 sta ridisegnando il contesto sociale ed economico - ha dichiarato Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte - con impatti inevitabili sugli attori coinvolti nell’ecosistema mobilità (es. il settore automotive prevede un calo delle immatricolazioni auto del 37% vs 2019, il 42% dei lavoratori italiani afferma di aver subìto perdite di reddito sostanziali e il trasporto pubblico prevede entro fine anno perdite per 1,5Mld€). Clienti, operatori, istituzioni, nessuno sarà escluso dall’esigenza di reinterpretare il modo con cui pensa alla mobilità. Aumentano infatti la propensione all’utilizzo di servizi digitali e la sensibilità verso tematiche di sicurezza, oltre che la ricerca di flessibilità economica e la necessità, da parte delle Istituzioni, di una revisione delle infrastrutture di mobilità (es. strade pedonali, piste ciclabili, accelerazione 5G, …). Questo contesto accelera il processo di evoluzione della Nuova Mobilità (es. +335% Traffico ciclabile a Torino durante la Fase 2, +15k monopattini elettrici e bici in sharing previsti a Milano e Roma nel 2020) e richiede allo stesso tempo la definizione di un piano strategico in grado di valorizzare le diverse soluzioni possibili (Car Sharing, Auto Connesse, Noleggio a Lungo termine, Micro-Mobilità,). Un Piano strategico della Nuova Mobilità in grado di rispondere alle esigenze delle aree metropolitane e delle realtà locali (in Italia il 77% della popolazione vive in comuni con meno di 100mila abitanti), articolato su cinque pilastri: sicurezza e distanziamento sociale, modelli di mobilità intermodali, interventi legislativi per regolarizzare nuove forme di mobilità, evoluzione delle infrastrutture e una condivisione dei dati tra pubblico e privato per efficientare la gestione di domanda e offerta di mobilità. Per riuscire ad attrarre gli investimenti messi in campo per la ripresa è necessario che il piano si traduca nel disegno e nell’attivazione di progettualità concrete grazie ad una collaborazione sistematica pubblico-privato.”

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