Italy Private Equity Confidence Survey

Comunicati stampa

Italy Private Equity Confidence Survey

Aspettative per il primo semestre 2019

Key findings

  • Per il primo semestre 2019, il Deloitte Private Equity Confidence Index (indice costruito ponderando le risposte raccolte nel sondaggio) registra un calo rispetto ai semestri precedenti, riportando un valore di 80, con un numero di operazioni atteso compreso tra 40 e 45.
  • Nel secondo semestre 2018 sono state registrate in Italia 75 operazioni di Private Equity per un controvalore pari a circa 10,6 miliardi di Euro*. In crescita l’interesse verso i settori dei Prodotti e Servizi Industriali (+7,7%), Chimico (+7,7%) e del Consumer Business (+4,9%). *considerando solo le transazioni con valore dell’operazione pubblico
  • Confermato l’interesse verso operazioni di LBO (per il 48,8% degli operatori intervistati) e Capital Expansion (per il 23,3%), con aziende attive nei settori Manifatturiero e Food & Wine. Stabile la size media attesa delle aziende in portafoglio.
  • In calo l’attività di investimento attesa, con un numero di deal stabile o inferiore rispetto al semestre precedente. Si prevede un focus maggiore verso l’attività di portfolio management (14,0% degli intervistati) ed inoltre l’11,6% degli operatori ha in programma di svolgere attività di raccolta di nuovi fondi nel prossimo semestre, in diminuzione rispetto al semestre precedente (-5,0 punti percentuali), mentre la maggioranza dei rispondenti (62,8%) si dedicherà alla ricerca di nuovi investimenti.
  • I valori di cessione attesi sono stabili rispetto al semestre precedente. Il Trade Sale si afferma come principale modalità di disinvestimento per il 58,1% degli operatori, a fronte di un calo della percentuale degli intervistati che segnala la possibilità di exit tramite Secondary Buy-Out (-0,7 punti percentuali) e tramite IPO (-8,6 punti percentuali). IRR attesi compresi tra il 15% e il 25%.
  • Il debito erogato dalle banche commerciali si conferma ancora una volta la fonte principale di finanziamento, segnalata dall’80,0% degli intervistati. Si registra un minor ricorso ai finanziamenti tramite banca di investimento (-20%) e risulta in diminuzione la percentuale di equity sul valore totale degli investimenti.
  • Si osserva un leggero aumento degli spread medi applicati, con il 45,0% degli operatori che dichiarano di essersi finanziati con uno spread superiore a 250 basis points.
  • In aumento la presenza in portafoglio di investimenti di maggioranza, con un calo dell’interesse per co-investments con altri fondi (da 11,4% a 0%).
  • Con riferimento alle nuove opportunità d’investimento, atteso stabile il livello di competizione nel mercato del PE, indicato dal 59,5% degli operatori.
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Milano, 29 gennaio 2019 – Secondo il report semestrale di Deloitte Italy Private Equity Confidence Survey, le aspettative degli operatori di Private Equity e di Venture Capital per il primo semestre 2019 mostrano segnali di incertezza in merito all’attuale ciclo congiunturale e ai volumi di attività di PE rispetto al semestre precedente.

“Il Deloitte Private Equity Confidence Index, indice che sintetizza le risposte raccolte tra gli operatori del settore, riporta un valore di 80 nel primo semestre del 2019, in calo rispetto ai valori dei semestri precedenti” – commenta Elio Milantoni, Partner di Deloitte Financial Advisory Services e M&A leader.

Le previsioni in merito alla congiuntura economica mostrano un sentiment meno positivo da parte degli operatori, con il 60,5% dei rispondenti che si attendono un peggioramento dello scenario economico. Aspettative stabili per quanto riguarda il numero di deal attesi: il 50,0% degli operatori si attende un numero invariato di operazioni per il prossimo semestre.

“Il valore dei portafogli PE sarà, ad avviso del 48,8% degli intervistati, in aumento rispetto ai valori di acquisto. I restanti operatori prevedono un valore costante dei propri investimenti. Nonostante i segnali di generale incertezza, questo dato, mostra un segnale di tenuta delle valutazioni nel prossimo semestre – commenta Elio Milantoni. Riguardo agli obiettivi di rendimento (IRR) giudicati accettabili, la maggioranza degli operatori (78,6%) colloca le aspettative nella fascia intermedia (15%-25%)”.

Le operazioni di LBO si confermano la tipologia di maggior interesse (48,8% degli intervistati), seguite da operazioni di Capital Expansion (23,3%) e di supporto a MBO/MBI (16,3%). Inoltre è in aumento l’interesse verso settori come Food & Wine (+11,6%), Life Sciences & Healthcare (+9,1%). Si riduce invece il focus sui settori Manifatturiero e dei Prodotti Industriali, per quanto rimangano settori di primario interesse per gli operatori del settore.

In aumento la percentuale di investitori secondo i quali i valori di cessione saranno stabili (69,8%) o in calo (25,6%) rispetto al secondo semestre 2018.

Si prevede una crescita rilevante delle exit tramite Trade Sale (indicate dal 58,1% degli intervistati, in crescita di 3,8 punti rispetto al semestre scorso), a fronte di un calo della percentuale degli intervistati che segnala la possibilità di exit tramite Secondary Buy-Out (-0,7 punti percentuali) e tramite IPO (-8,6 punti percentuali).

In leggera diminuzione la percentuale di investitori in PE intervistati che individua nelle banche commerciali la fonte principale di finanziamento (da 81,3% a 80%). In diminuzione anche i finanziamenti tramite banca di investimento (-1,9 punti percentuali).

“Le aspettative di struttura finanziaria dei nuovi deal mostrano una leggera crescita della preferenza per strutture finanziarie con un minor utilizzo della quota di equity.” osserva Elio Milantoni. Solo il 25,6% degli intervistati prevede, infatti, di finanziare i propri investimenti futuri con una quota di equity compresa tra il 61,0% ed il 100,0%, in diminuzione di 8,7 punti percentuali.

Si segnala un leggero aumento negli spread medi applicati. Il 45% degli operatori intervistati ha finanziato le proprie operazioni con uno spread sull’Euribor superiore a 250 basis points.

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