Strategy Council Europe

Comunicati stampa

Strategy Council Europe

European Union Today: still an opportunity?

L’indagine, condotta in collaborazione con SWG, ha raccolto le opinioni su temi legati alla politica e all’economia, al futuro dell’Europa e allo sviluppo dei giovani, sondando il livello di informazione, le differenze culturali e le relazioni tra i paesi dell’Unione.

Key Findings

  • Solo il 26% degli Italiani contro una media europea del 35% considera l’appartenenza all’Unione Europea un vantaggio per il Paese, in leggero miglioramento rispetto al 2016 (il dato italiano era 23%)
  • Solo la metà degli Italiani manifesta la propria fiducia nell’UE (anche questo dato in miglioramento: era 40% nel 2016) e 2 su 3 ritengono che il futuro della Comunità Europea sarà negativo, così come già evidenziato nel 2016;
  • L’impatto dell’Unione Europea nella gestione e nella risoluzione della crisi economica è stato ritenuto inefficace dal 65% degli Italiani, in calo rispetto al 71% riportato nel 2016;
  • Rilevante il numero dei disinteressati alla tematica europea, pari al 36% degli Italiani ed al 31% degli Europei;
  • A fronte di questa forte insoddisfazione (il 65% degli Europei ed il 74% degli Italiani non ha visto vantaggi dall’appartenenza del proprio Paese all’UE), c’è la consapevolezza che senza l’Unione Europea si starebbe peggio (la pensa così il 54% degli Europei e il 52% degli Italiani)
  • Purché, come richiesto dal 76% degli Europei e dall’84% degli Italiani, ci sia un “cambio di passo” sui temi chiave: Immigrazione, Occupazione e Terrorismo.

Bruxelles, 24 aprile 2018 – Si è tenuto oggi, presso la Bibliotheque Solvay di Bruxelles, il primo Strategy Council Europe di Deloitte incentrato sul tema “European Union today: still an opportunity?”. L’incontro, organizzato in collaborazione con il Gruppo di Iniziativa Italiana e patrocinato dalla Rappresentanza Permanente UE – Bruxelles, è stato un’occasione di dibattito sul futuro dell’Unione Europea, sulla base di quanto emerso da uno studio demoscopico che ha misurato la percezione del valore delle Istituzioni sovranazionali da parte dei cittadini europei.

L’indagine, condotta in collaborazione con SWG, ha raccolto le opinioni su temi legati alla politica e all’economia, al futuro dell’Europa e allo sviluppo dei giovani, sondando il livello di informazione, le differenze culturali e le relazioni tra i paesi dell’Unione. I dati sono stati raccolti in marzo, all’indomani delle elezioni politiche italiane, coinvolgendo e mettendo a confronto nella ricerca sette stati membri (Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Polonia, Croazia e Grecia).

Tra i principali dati emersi figura che, a fronte di una forte insoddisfazione da parte dei cittadini nei confronti dell’Unione Europea (il 65% degli Europei ed il 74% degli Italiani non ha visto vantaggi dall’appartenenza del proprio Paese all’UE – nel 2016 erano rispettivamente il 64% ed il 77%), c’è la consapevolezza che senza l’Unione Europea si starebbe peggio (la pensa così il 54% degli Europei e il 52% degli Italiani), purché, come richiesto dal 76% degli Europei e dall’84% degli Italiani, ci sia un “cambio di passo” sui temi chiave (Immigrazione, Occupazione e Terrorismo).

In particolare si evidenzia che: 

  • Il 65% dei cittadini europei ed il 74% degli italiani, non ha visto vantaggi dall’appartenenza del proprio Paese all’UE (nel 2016 erano rispettivamente il 64% ed il 77%) ed il 72% degli europei non vede vantaggi per la propria famiglia contro il 78% degli Italiani (nel 2016 erano rispettivamente il 71% e l’82%)
  • Il 53% dei cittadini Italiani (60% nel 2016) ed il 56% dei cittadini europei (52% nel 2016) non ripone fiducia nell’Unione Europea e il 64% dei cittadini a livello europeo non crede che ci possa essere un futuro positivo per l’Unione Europea
  • Il 48% degli Italiani, contro il 41% dei Greci ed il 35% dei Tedeschi, giudica insufficiente l’operato dell’Unione Europea fino ad oggi
  • 1 Italiano su 3 (contro il 39% dei cittadini europei) non conosce tematiche europee né attuali né storiche
  • La differenza di peso politico e la presenza di interessi divergenti tra Paesi UE è considerato il primo fattore di debolezza attuale e il primo fattore di rischio per il futuro dell’UE
  • Il 57% degli Italiani (contro il 58% dei cittadini europei) si sente più cittadino del proprio Stato che dell’Unione Europea
  • Il 36% dei cittadini Italiani è Euro neutro (contro il 31% a livello europeo), ovvero non assume posizione definita o non è interessato all’UE
  • Il 52% degli Italiani (contro il 54% dei cittadini Europei) ritiene che l’UE sia un veicolo fondamentale per aiutare i singoli Paesi ad emergere nel difficile contesto internazionale, purché, come richiede il 76% degli Europei e l’84% delle famiglie italiane si «cambi passo» e ci si concentri su temi chiave: Gestione Immigrazione, Sviluppo Occupazione, Difesa dal terrorismo

“La mancata percezione delle opportunità che vengono da Bruxelles, abbinata alla parziale incapacità dell’Italia di coglierle pienamente e a un più generale tema di disinformazione, ha fatto sì che dal 2002 al 2018 i cittadini italiani con una percezione negativa sull’UE siano raddoppiati – ha commentato Andrea Poggi, Leader dello Strategy Consulting di Monitor Deloitte –. Bisogna specificare però che l’Europa non è ritenuta un nemico o un ostacolo, anzi è considerata necessaria ed irrinunciabile per il 52% degli Italiani e dal 54% degli Europei. Nessuno vuole realmente porre fine all’Europa ma richiede un deciso «cambio di passo», che elimini la percezione di inefficacia delle politiche europee e che avvicini le Istituzioni alle problematiche quotidiane dei cittadini e delle famiglie: lo pensano così quasi all’unanimità sia i cittadini italiani (84%) che quelli europei (76%). Serve pertanto un nuovo modello di Unione Europea che focalizzi la sua azione ed il suo operato sui grandi temi ed i trend storici a cui stiamo assistendo, che del resto i singoli paesi non riuscirebbero a governare ed affrontare da soli: gestione dei nuovi flussi migratori, sviluppo dell’occupazione, lotta al terrorismo ed innovazione tecnologica. Solo in questo modo si potranno ridurre le distanze tra le Istituzioni e le Famiglie europee mediante uno sforzo corale dei singoli stati membri e delle Istituzioni europee stesse.

Il congresso è stato aperto da Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo. A seguire, sono intervenuti David Sassoli, Vice-presidente del Parlamento Europeo; Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unione Europea e Enzo Moavero Milanesi, Direttore dell’Università LUISS, già Ministro italiano per gli Affari Europei. Andrea Poggi, Leader dello Strategy Consulting di Monitor Deloitte, ha successivamente presentato i dati emersi dal sondaggio.

Strategy Council Europe 2018

L'hai trovato interessante?