Analisi

Global Mobile Survey 2015

Smartphone: passione italiana senza età

Deloitte presenta la Global Mobile Consumer Survey 2015, una ricerca che ha coinvolto 31 Paesi e che delinea i trend e le tendenze relative alle abitudini e ai comportamenti degli utenti connessi tramite Smartphone e Tablet

  • Gli italiani sono il popolo europeo più attaccato al cellulare: il 63% lo controlla 30 minuti prima di addormentarsi; il 68% controlla il cellulare pur non avendo ricevuto notifiche
  • Over 65 tecnologici: la loro propensione all’utilizzo dello smartphone influenza gli operatori Telco. Oltre il 58% degli italiani possiede già uno smartphone e non lo utilizza solo per chiamare 
  • Il predatore digitale: lo smartphone sostituisce le macchine fotografiche, PC e tablet.
  • Il 2016 sarà l’anno boom dell’”Internet delle cose”: gli italiani investiranno sulla casa con Smart TV (14%) e sui sistemi di sorveglianza (12%)

 

  • Gli italiani sono i primi in Europa per propensione all’acquisto della “Super car” 
  • Identikit del consumatore digitale: gli italiani sono i primi in Europa ad acquistare cellulari per il gusto di esibire sempre l’ultimo modello (44%)
  • Samsung è la marca di cellulare più acquistata nel nostro Paese (42%), mentre gli iPhone detengono il primato per fidelizzazione della clientela (70%).
  • Gli italiani sono i clienti più infedeli d’Europa per le compagnie telefoniche: il 40% ha cambiato operatore negli ultimi 3 anni
Sempre attaccati al cellulare: dalla mattina alla sera in attesa di notifiche

La Survey Deloitte 2015 non solo conferma che gli italiani sono i primi d’Europa a controllare il cellulare appena svegli (con il 70% delle preferenze) ma evidenzia un nuovo primato: siamo in vetta alla classifica europea per numero di intervistati che controlla il cellulare nei 30 minuti che precedono il momento di addormentarsi, con il 63% delle preferenze.

I dati evidenziano, infatti, che gli italiani, seguiti dai polacchi, sono i primi in Europa per un uso estensivo e a volte improprio del cellulare trasgredendo ad esempio alle norme del Codice della Strada o alle norme non scritte della buona educazione: usano il cellulare quando sono in compagnia degli amici (74%), in riunione (42%) o mentre sono alla guida (20%), senza valutare gli impatti che questo ha su educazione, produttività e sicurezza.

La stragrande maggioranza degli italiani (il 68%) dichiara infatti di controllare il cellulare pur non avendo ricevuto alcun avviso di notifica in arrivo. Nella classifica europea, precediamo la Spagna con il 63%, la Francia (62%), l’Inghilterra (61%) e la Germania con il 48%.

Telefonate ed SMS in calo mentre WhatsApp e Social continuano a crescere.

Il 2015 presenta un netto calo nell’utilizzo di chiamate e SMS da parte degli italiani. Solamente nell’ultimo anno l’utilizzo degli SMS è diminuito per tutte le fasce di età, mostrando un calo a doppia cifra per gli under 25 e per gli over 65 (-10%). Le chiamate hanno subito lo stesso destino: diminuzione dell’utilizzo per tutte le fasce di età ed in particolar modo gli adulti (35-55 anni) ne hanno ridotto l’utilizzo, rispetto al 2014, di più del 12%. 

Gli italiani, al contrario, utilizzano sempre più la messaggistica istantanea, i social network e le e-mail.  

Tra i giovani (under 25) c’è da sottolineare una crescita dell’11% nell’uso dei social network rispetto allo scorso anno, ma ancora più significativo è l’aumento percentuale riscontrato nell’utilizzo dei messaggi istantanei che, per gli italiani tra i 45 e i 55 anni, ha raggiunto quasi il 20%. 

Come confermato dal confronto con gli altri paesi europei, sono prevedibili ancora margini di crescita nell’utilizzo della messaggistica istantanea: se in Italia “solo” il 64% ha dichiarato di averla utilizzata nell’ultima settimana, in Olanda questa percentuale sale al 70% ed in Spagna addirittura al 78%.

Over 65 iper tecnologici: la loro propensione all’utilizzo dello smartphone è aumentata del 47% in un solo anno

Analizzando i dati 2015 salta agli occhi che la tecnologia mobile fa breccia anche nei cuori e nelle vite degli over 65, che recuperano velocemente terreno rispetto ai più giovani.

Il 58% degli italiani intervistati nella fascia di età compresa tra i 65 e i 75 anni dichiara di possedere già uno smartphone e il 28% ha intenzione di acquistarne uno nuovo nei prossimi 12 mesi. Se confrontata con il 2014, la loro propensione all’acquisto è aumentata del 47% in un solo anno, passando dal 19% al 28% odierno.

Nel 2015 la propensione all’acquisto di un nuovo smartphone è cambiata per tutte le fasce di età: l’anno scorso quelli più disposti a investire in un nuovo telefonino erano gli under 24, oggi sono gli adulti fra i 35 e i 64 anni.

Le modalità di comunicazione degli over 65 cambiano. Scende infatti dall’88% del 2014 all’82% la percentuale di italiani over 65 che abitualmente telefonano per comunicare con gli altri mentre aumenta l’utilizzo di messaggi istantanei (dal 26% al 37%). 

Chi ha più di 65 anni non si limita però più solo a chiamare o scrivere messaggi. Gli over 65 accedono in larghissima parte anche ad altre funzionalità offerte dai loro smartphone, con percentuali di utilizzo a volte superiori alla media delle altre fasce di età. 

È il caso ad esempio delle News a cui accede il 39% di chi ha più di 65 anni, contro una media italiana del 35%. Sono però le foto la funzionalità più amata dagli ultra sessantenni con il 58%, seguito da ricerche online (28%), controllare i social (25%) o dare un’occhiata al conto corrente (15%). 

Il predatore digitale: il cellulare sostituisce gli altri oggetti

Con la diffusione capillare dello smartphone, oggetti fino a qualche anno fa utilizzati quotidianamente sono completamente caduti in disuso: al primo posto in classifica fra i dispositivi in via di estinzione a causa dello smartphone troviamo la macchina fotografica, il 60% degli italiani preferisce utilizzare il telefonino per scattare foto (+15% rispetto alla media europea).

Anche PC e tablet potrebbero essere presto soppiantati dal telefonino. Un italiano su tre, infatti, identifica nello smartphone lo strumento più adatto per controllare i social network, leggere le news online e fare ricerche su Internet. Tali evidenze risultano ancora più interessanti se lette in relazione alle specifiche fasce di età: oltre il 40% degli under 54 dichiara di accedere ai social con lo smartphone piuttosto che usare PC o tablet, mentre una percentuale analoga di over 65 preferisce leggere le notizie dal telefonino piuttosto che da altri dispositivi mobili.

Confrontando le percentuali italiane con quelle del resto d’Europa, emerge che gli italiani sono ben al di sopra della media europea per l’utilizzo dello smartphone per fare ricerche online (+39%) o leggere le news (+30%) e sono primi in classifica nel preferire il cellulare a PC e tablet per controllare i social (+40% rispetto alla media EU).

Arriva inaspettato il primato italiano sui video se consideriamo che mai prima d’ora una percentuale così elevata di intervistati (+250% rispetto al 2014) aveva dichiarato di utilizzare il cellulare per guardare brevi filmati: l’Italia si posiziona infatti al primo posto in Europa nell’utilizzo dello smartphone per guardare brevi video con un livello di preferenza pari al 28% degli intervistati e un distacco rispetto alla media europea del 64%. Il boom 2015 è riconducibile sia ad una maggiore copertura delle reti mobili 3G e 4G (che consente di visualizzare video dal cellulare senza intoppi), sia alle nuove funzionalità di condivisione video offerte dalle App di messaggistica istantanea.

La survey evidenzia che oltre un terzo degli intervistati utilizza lo smartphone per individuare l’oggetto che acquisterà accedendo ai motori di ricerca (33%) o ai siti di acquisti online quali eBay e Amazon (17%). La preferenza per un canale di ricerca o un altro varia in base alla fascia di età: gli intervistati tra i 45 e i 55 anni utilizzano principalmente Google (39%) per confrontare e scegliere il prodotto da acquistare, mentre i giovanissimi (16%) utilizzano abitualmente anche le pagine social dei negozi dove spesso è possibile trovare foto dettagliate delle collezioni. 

Internet delle cose: l’invasione è alle porte… ma invasione di cosa?

Il 2016 sarà l’anno boom dell’ “Internet delle cose” ma, dovremo aspettare ancora qualche anno prima che gli oggetti intelligenti (elettrodomestici, auto, bracciali, scarpe, …) possano collegarsi ad Internet per prendere decisioni, scambiare informazioni oppure lanciare allarmi ed entrino a far parte della nostra quotidianità. 

Dallo studio, infatti, emerge che i dispositivi connessi ad Internet sono ancora poco diffusi: il 58% degli intervistati in Italia non dispone di nessun oggetto intelligente e il 57% non pensa neanche di comprarne uno nel prossimo futuro. Anche nel resto d’Europa si registrano risultati analoghi, in Inghilterra addirittura il 71% degli intervistati non è intenzionato ad acquistare oggetti intelligenti.

Gli italiani, che stanno prendendo in considerazione l’acquisto di dispositivi intelligenti nei prossimi 12 mesi, investiranno principalmente sulla propria abitazione: il 14% degli intervistati vorrebbe una “Smart TV”, il 12% un sistema di sorveglianza capace di connettersi ad Internet ed il 9% termostati ed elettrodomestici controllabili a distanza utilizzando specifiche App. L’interesse degli italiani per l’acquisto di oggetti intelligenti da destinare all’uso domestico, sebbene ancora contenuto, è comunque superiore alla media europea. Alla luce di questo, l’Italia rappresenta un mercato appetibile per le aziende che intenderanno commercializzare oggetti intelligenti. 

Sulla base del sondaggio effettuato, la “Super car” che si guida da sola è ancora a molti chilometri di distanza dagli italiani anche se siamo i primi in Europa per propensione all’acquisto, a pari merito con la Polonia. Il 20% degli intervistati dichiara che utilizzerebbe la connessione in auto per ottimizzare i tempi di percorrenza ed il 12% la sfrutterebbe per prevenire rotture e malfunzionamenti del veicolo. Gli italiani si dichiarano anche molto interessati alla possibilità di aprire, chiudere e/o rintracciare il veicolo a distanza (12%) e monitorare i consumi di carburante con specifiche applicazioni (6%).

Internet of Things e il nodo sicurezza: gli italiani sono i più favorevoli in Europa alla condivisione dei propri dati personali 

Nei prossimi anni, l’Internet delle cose contribuirà in maniera sostanziale a modificare il nostro stile di vita ma ci sarà una grande sfida da affrontare: la gestione sicura delle informazioni che transitano sulla rete.

L’Italia, con il suo 62%, è il Paese europeo con la maggiore percentuale di intervistati disposti a acconsentire all’utilizzo da parte delle aziende delle informazioni prodotte dai propri dispositivi intelligenti. Gli europei in media sono molto più restii alla condivisione e solo il 49% degli intervistati sarebbe disposto a condividere con le aziende i dati generati.

Degli italiani disposti a condividere informazioni, quasi il 16% condividerebbe qualsiasi tipo di informazione con tutte le aziende, mentre il restante 84% una quota parte delle informazioni solo con alcune aziende.

Identikit del consumatore digitale: l’italiano è differente

L’Italia presenta la più alta percentuale di consumatori in Europa che dichiara di comprare sempre l’ultimo modello di smartphone perché è appena uscito (8%) o perché piace di più di quello posseduto (36%). Siamo, invece, tra gli ultimi paesi in cui si acquista un nuovo cellulare per effettiva necessità: solo il 28% attende che quello vecchio si rompa prima di comprarne uno nuovo.

Il brand più acquistato è Samsung che, con il 42% delle preferenze, conferisce all’Italia il primato europeo, al secondo posto i Nokia (18%) e al terzo gli iPhone (14%).

L’Italia è in testa alla classifica europea anche per possesso dei cellulari Nokia che restano, nell’immaginario collettivo ma anche nella pratica, oggetti indistruttibili: il 50% è in circolazione da più di 5 anni. Gli iPhone, anche se ancora poco diffusi nel nostro Paese, hanno tutte le carte in regola per accrescere rapidamente la clientela. Infatti il 70% dei possessori di iPhone dichiara che, se dovesse cambiare cellulare, lo farebbe solo con un altro della famiglia Apple. Una simile fidelizzazione al marchio non si riscontra per nessun altro modello di cellulare disponibile sul mercato.

Il 65% degli italiani acquista il proprio cellulare recandosi presso un punto vendita, contro una media europea del 55%. Negli altri paesi, alla vendita al dettaglio spesso si preferiscono canali di acquisto online (42% Germania, 32% UK) che in Italia vengono utilizzati solo nel 18% dei casi, principalmente da under 34.

Completamente in controtendenza rispetto al resto d’Europa, il 74% degli italiani possiede una SIM ricaricabile, registrando una differenza di 40 punti percentuali rispetto alla media europea. Negli altri paesi, invece, la forma più diffusa di contrattualistica con le società telecomunicazioni è l’abbonamento post-pagato che include lo smartphone.

Insieme alla Spagna, il nostro Paese è in vetta alla classifica per numero di utenti che hanno deciso di cambiare operatore telefonico negli ultimi 3 anni, superando il 40% degli intervistati. In Italia, le principali motivazioni che spingono alla scelta o al cambiamento dell’operatore sono tutte legate alla convenienza delle tariffe offerte dall’operatore.

L’Italia è il Paese europeo con la maggior percentuale di utenti che dichiara di connettere lo smartphone ad Internet utilizzando abitualmente il traffico dati incluso nel pacchetto telefonico (il 45%). Negli altri Paesi, invece, la modalità di connessione più utilizzata in assoluto è il Wi-Fi, con il 64% delle preferenze contro il 55% italiano.

“Sempre con noi da mattina a sera, lo smartphone si è trasformato in un oggetto capace di modificare, e non sempre in meglio, abitudini e stili di vita degli italiani: persino il Galateo e il Codice della Strada devono arrendersi all’utilizzo smodato che gli italiani fanno del cellulare” – commenta Alberto Donato, Partner Deloitte e TMT Industry Leader – “Primo in classifica per dipendenza dal cellulare, l’italiano si sveglia con lo smartphone che suona, controlla news e notifiche e lo usa anche per mandare la buona notte. Il controllo delle notifiche è diventato un vero e proprio tic che fa degli italiani i primi in Europa nel controllo del cellulare anche senza averlo sentito squillare”.

“Gli italiani, inoltre, hanno iniziato a preferire la messaggistica istantanea alle telefonate e il fenomeno “WhatsApp” non risparmia nemmeno gli over 65: sempre più tecnologici e attrezzati di smartphone stanno diventando un segmento di mercato molto interessante per operatori di telefonia mobile. L’Italia primeggia in Europa anche per l’acquisto dell’ultimo modello di telefonino e per infedeltà al proprio operatore telefonico, che viene cambiato molto più frequentemente rispetto alla media europea.”, conclude Donato. 

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