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Fashion & Finance

Il Progetto Fashion & Finance, promosso da Deloitte a livello nazionale ed internazionale, è volto a creare una community di operatori ed esperti del settore, incentivare il dialogo e supportare la diffusione di buone pratiche utili ad affrontare le sfide ed opportunità tipiche del settore.

Le sfide del settore Fashion nel percorso verso la sostenibilità

In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità a livello aziendale, finanziario ed istituzionale, nonché di aspettativa dei consumatori finali, anche il settore del Fashion si sta sempre più impegnando a lavorare sui propri impatti ambientali, sociali e di governance. Ad oggi, le imprese del settore si trovano infatti a dovere affrontare la sfida di trasformare i propri modelli di business e produttivi, all’insegna della circolarità, della responsabilità verso la catena del valore e della resilienza ai mutamenti esterni, anche di carattere normativo.

In tale contesto, l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e di altre Direttive europee volte ad accrescere la trasparenza informativa delle imprese rappresentano una svolta fondamentale nell’ambito della gestione delle tematiche ESG – Environmental, Social e Governance in Europa. L'attuale eterogeneità negli approcci comunicativi dei singoli operatori di mercato ha reso infatti più complessa, da parte dei consumatori e degli investitori, la possibilità di comparare efficacemente le informazioni relative alla sostenibilità dell’azienda e dei suoi prodotti, nonché del loro posizionamento e livello di maturità. Il legislatore europeo mira, quindi, all'implementazione di un quadro normativo standardizzato, che armonizzi le pratiche di raccolta e comunicazione delle informazioni ESG in tutta l'Unione Europea.

Parallelamente, la recente adozione della proposta di Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) rappresenta un passo significativo nella direzione di una gestione trasparente degli aspetti ambientali e dei diritti umani lungo l'intero ciclo produttivo. La piena consapevolezza degli impatti derivanti dalla catena di approvvigionamento rappresenta una sfida in settori come quello del Fashion, le cui attività di tracciamento e monitoraggio sono interessate da operazioni ad ampio raggio. La Direttiva richiede di condurre valutazioni approfondite sugli attori della filiera, favorendo la consapevolezza dell’impronta ecologica delle attività aziendali e garantendo, al contempo, il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.

Con specifico riferimento al tessile, inoltre, la Commissione Europea sta lavorando, con lo sfidante obiettivo temporale del 2030, per favorire la transizione ad un futuro in cui tutti i tessuti presenti sul mercato dell'UE siano durevoli, riparabili e riciclabili, privi di sostanze dannose e prodotti nel rispetto di standard sociali e ambientali. Lo strumento per raggiungere questo sfidante obiettivo è la Strategia UE per i tessuti sostenibili e circolari, volta a promuovere un'industria competitiva, resiliente e innovativa che adotti pratiche eco-compatibili e principi etici rigorosi.

La necessità di adottare un design sostenibile di prodotto ha inoltre portato alla definizione della nuova proposta per il Regolamento UE sull'ecodesign per prodotti sostenibili, con il fine di favorire il prolungamento del ciclo di vita dei capi, il riutilizzo e la riparabilità. Il Regolamento intende introdurre l'osservanza di specifici criteri nei processi di design, mirati a migliorarne significativamente la circolarità e l'efficienza energetica. Il settore Fashion, in particolare, si distingue per le sue radicate difficoltà nel riciclo e riuso dei prodotti a fine vita, anche a causa degli odierni stili di consumo, nonché della composizione dei prodotti stessi e dell’assenza di tecnologie efficaci. Da qui scaturisce la necessità di sviluppare e diffondere l'utilizzo di tecnologie per il recupero e la rigenerazione dei tessuti, migliorando la circolarità dell’intero settore. In aggiunta, è prevista a livello europeo l'introduzione del nuovo passaporto digitale dei prodotti, per consentire ai consumatori l'accesso a informazioni affidabili sull'origine e il ciclo di vita dei prodotti, a supporto di processi decisionali maggiormente informati e responsabili. Il passaporto digitale garantirà che ogni fase della produzione e distribuzione sia tracciabile e verificabile, impedendo che fuorvianti dichiarazioni di sostenibilità possano erodere la fiducia degli stakeholder ed agevolando di conseguenza la supervisione da parte delle autorità competenti.

Infine, il settore sarà impattato da un emendamento della Waste Framework Directive, che mira ad incentivare e sollecitare gli attori le imprese a migliorare la gestione e destinazione dei propri scarti post-industriali e capi invenduti, per rafforzare la responsabilità aziendale sull'intero ciclo di vita dei prodotti, con particolare attenzione alla gestione del fine-vita. A questa si aggiunge la recente Green Claims Directive, che introduce nuove regole per contrastare il greenwashing, imponendo nuovi criteri per garantire la trasparenza e la comparabilità nei claims ambientali e di sostenibilità. Questi includono divieti sull'uso di affermazioni generiche e non verificabili come “green” o “ecocompatibile”, prevedendo una serie di sanzioni in caso di violazioni.

Queste rappresentano soltanto alcune delle sfide normative che il settore Fashion affronta ed affronterà nel breve termine: acquisendo consapevolezza e attivando impegno condiviso, l'industria della moda può emergere come un agente di cambiamento positivo per l'ambiente e per la società.

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Deloitte ha presentato a Milano il primo workshop del progetto Fashion & Finance, rivolto alle imprese del settore con l'intento di instaurare un dialogo tra diversi attori e stimolare una riflessione su nuove prospettive che permettano di migliorare, in ottica di sostenibilità, i modelli di business.

Il workshop, tenutosi il 10 giugno 2024, ha potuto contare sulla testimonianza di primarie aziende del settore, tra cui Salvatore Ferragamo, Dolce & Gabbana e Missoni.

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